Politica e lingue

Siamo più moderni

SIAM0 PIÙ MODERNI

di Boris Makaresko

Da quando gli omosessuali si chiamano gay, i provini per il cinema o per la pubblicità casting, il servizio di ristorazione catering, questo paese non è più lo stesso.

È molto più moderno.

Per molti anni gli italiani hanno parlato in prosa, senza rendersene conto. E, quel che è peggio, senza rendersi conto di come erano indietro coi tempi.

I bambini leggevano fumetti non comics, i giovani facevano feste non party, gli studenti attaccavano posters credendo che fossero manifesti e gli imprenditori facevano affari, non business. Fortunatamente tutto questo è cambiato. Oggi l’Italia è un paese che fa parte dell’Europa moderna. Non è la stessa cosa dire bacon piuttosto che pancetta – anche se il contenuto di grassi è uguale -, né dire androne piuttosto che hall, né menomazione piuttosto che handicap.

Le cose, in un’altra lingua, migliorano molto e si prestano meglio alle circostanze.

Dato che New York è la capitale del mondo, nulla è realmente moderno se non dici in Inglese un minimo di cento parole. Da questo punto di vista gli italiani si sono completamente modernizzati. In questo siamo i primi. Negli altri paesi prendono dall’Inglese le parole che non hanno, perché le loro lingue sono povere (ma non è il nostro caso) o perché appartengono a linguaggi di recente creazione, come quello dell’economia o dell’informatica. Noi, più generosi, siamo andati avanti è abbiamo adottato anche parole che non ci mancavano, di cui non sentivamo il bisogno. Il che dimostra la nostra apertura e capacità nel superare noi stessi.

Così, al posto delle sensazioni, abbiamo il feeling , che è molto più elegante e, se una certa cosa si deve fare, è un must. Per nobilitare un biglietto lo chiamiamo ticket, compriamo compact, ci soffiamo il naso nei kleenex, appiccicchiamo strisce di scotch, mangiamo hot dog, andiamo al pub, facciamo jogging, vediamo degli show e perfino i negozi hanno la stanza spettacolo, lo show-room.

Invece di bivaccare facciamo camping o picnic.

Ovviamente questi cambiamenti linguistici hanno influito sui nostri costumi e hanno cambiato anche il nostro aspetto, che adesso è molto più moderno ed elegante rispetto ad una volta.

Gli italiani non usano mutandine, ma slip e, quando uno si rade, dopo si mette l’after-shave che lascia la pelle del viso più soave e fresca del dopobarba. In Italia lo studente avanzato non studia, segue i master; per essere domani, prima uno yuppie, poi un manager in grado di condurre meetings, andare alle convention, fare public-relations, incontrare i jet-set e i VIP.

Ma, attenzione, non con la segretaria; con l’assistant che, a sua volta, tiene il mailing, si aggiorna col training e si tiene in forma con il body-building in un centro di fitness, che è molto più elegante che sollevare pesi in una palestra. Ad una certa età uomini e donne si fanno i liftings, per fare bella figura ai cocktail, dove mangiano qualche fetta di roast-beef, più digestivo e meno ingrassante della carne.

Alla televisione le interviste diventano interwiews e si presentano magazine, più dinamici dei vecchi rotocalchi televisivi. Il salotto televisivo è diventato talk-show, spettacolo parlato, anche se poi si bara, perché da Costanzo spesso si cantava e qualche volta pure si ballava!

Anche se un tentativo di andare controcorrente c’è, bisogna dare atto a Costanzo, quando parla di consigli per gli acquisti invece di spot, una cosa che permette ai telespettatori di fare zapping.

Il fai-da-te è self-service; arrampicarsi è free-climping e abbiamo cambiato la cittadinanza della carne tritata e pressata: non è più svizzera ma di Amburgo, hamburger.

Quello che ascolti con le cuffie è un walkmann; i banconi di vendita stands; le bambinaie baby-sitters e i diritti di autore sono diventati royalties.

Ma veniamo a una parola che molti usano senza conoscerne esattamente il significato: MARKETING.

Vendita? Tecnica di vendita? Strategie di mercato?

Per capire il “Marketing” in tutte le sue sfumature vediamo degli esempi attraverso una situazione classica.

Una ragazza a un party vede un tipo che le piace. Che cosa fa?

– si avvicina e gli dice “So fare molto bene l’amore”.

Questo è marketing diretto.

– Si avvicina al tipo , gli chiede il numero di telefono, il giorno dopo gli telefona e gli dice “So far molto bene l’amore”. Questo è telemarketing.

– Lo fa sapere ad un amico, l’amico s’avvicina al tipo e gli dice: “Quella ragazza è fantastica a letto”. Questo è pubblicità.

– La ragazza si sistema il trucco, poi gli si avvicina, gli serve da bere, fa degli apprezzamenti sul suo vestito, sul suo profumo, gli offre una sigaretta e gli dice: “So fare molto bene l’amore”. Questo è public relations.

– La ragazza apre la scollatura per far vedere i seni, s’avvicina al tipo, si mette bene in mostra e poi gli dice: “So fare molto bene l’amore”. Questo è merchandising.

– Il tipo si avvicina alla ragazza e le dice: “ So che sai far molto bene l’amore”. Questo è il branding, il potere del marchio.

– La ragazza gli si avvicina e gli dice: “ So far molto bene l’amore e lo faccio per una notte intera”. Questa è solo pubblicità ingannevole.

-Se poi c’è uno che va dal tipo e gli dice :”Quella lì, con una cena e un cinema te la da”, questo non è màrketing, ma ….. “marchétting”!

(Da “La Tampa”, 24/5/2005).

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