Proteste dei Sami ad Oslo. Il loro territorio deturpato dall’eolico
Sami, gli indigeni norvegesi sono di nuovo in protesta ad Oslo. Gruppi di attivisti, presenti da qualche giorno nella capitale norvegese, si sono dati appuntamento nel centro della città. Il loro intento era di bloccare il passaggio che porta all’ufficio del del primo ministro Jonas Gahr Støre.
Sami: i territori vanno restituiti
Il motivo della protesta verte sulla mancata attuazione di una sentenza della Corte suprema norvegese emessa nell’ottobre del 2021. Nella disposizione viene riconosciuto il diritto delle comunità Sami all’uso delle terre nell’area di Fosen, nel nord-ovest della Norvegia.
Cosa chiede l’ultima tribù indigena d’Europa?
La popolazione Sami, conosciuta anche come Làppone, è l’ultimo popolo indigeno ancora presente in Europa ed abita un territorio suddiviso tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia dedicandosi da secoli all’allevamento delle renne. Questa attività in Norvegia è regolamentata dal dal 2007 dal Norwegian Reindeer Herding Act sulla pastorizia delle renne, che concede a soli individui di origine sami la titolarità di allevamento. L’atto prevede anche il diritto di pascolo nella cosiddetta “area di pastorizia delle renne Sami”, un territorio di 14mila km quadrati pari quasi alla metà del Paese.
L’attività dei Sami è costantemente minacciata dallo sfruttamento minerario che il Governo norvegese concede, permettendo alle aziende del settore di aprire miniere a cielo aperto. E naturalmente di lasciare sul territorio tonnellate di materiali inquinanti derivati dall’estrazione.
Attività che violano la ILO, la Convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale per il lavoro sui diritti dei popoli indigeni e tribali, ratificata dalla Norvegia nel 1990. La convenzione protegge i diritti dei popoli indigeni promuovendo la loro piena partecipazione nelle decisioni governative che li riguardano.
La decisione della Corte suprema di più di 2 anni fa voleva storicamente mettere fine a queste violazioni restituendo la terra ai titolari del diritto di pascolo.
Perché il Governo tarda a riassegnare, come previsto dalla Corte?
Ma qui arriva il colpo di scena, perché i territori destinati ai Sami sono ricoperti da parchi eolici. Ma la sentenza della Corte li ha ritenuti costruiti in violazione dei diritti degli indigeni e per questo dovranno essere smantellati, così da ricostituire l’integrità naturale della zona.
La Norvegia negli ultimi vent’anni ha investito molto per ridurre la propria dipendenza dagli idrocarburi, basando la propria transizione “green” proprio sull’eolico on-shore, sulla terra ferma, e questo mette in seria difficoltà rispettare la restituzione delle terre.
Gli attivisti hanno dichiarato all’emittente pubblica norvegese Nrk che la loro protesta continuerà a cadenza di 100 giorni finché il governo non avrà risolto il problema.
Chissà se in loro aiuto tornerà Greta Thunberg, che lo scorso febbraio aveva manifestato per i diritti Sami scagliandosi, paradossalmente, contro uno dei suoi cavalli di battaglia nella lotta “green”.
Giuliana Radice | byoblu.com | 4.6.2023