Le sedici regole dell’Esperanto.
1. L’articolo indefinito non esiste; esiste solo l’articolo determinativo invariabile la per tutti i generi, casi e numeri.
2. Il sostantivo è caratterizzato dalla finale in -o (plurale in -Oj).
Esistono solo il caso nominativo e quello accusativo (gli altri si
formano con le preposizioni)
3. L’aggettivo termina in -a.
4. I numerali sono indeclinabili.
5. I pronomi sono: mi, vi, lt; sz; gi, ni, vi, ili (io, tu, lui, lei, esso,
noi, voi, loro).
6. Il verbo non si modifica secondo persone o numeri. Vi sono de-
sinenze fisse per il presente, il passato e il futuro dell’indicativo,
per il condizionale ecc.
7. Gli avverbi derivati terminano in -e.
8. Tutte le preposizioni reggono il caso nominativo.
9. Ogni parola si pronuncia come è scritta.
10. L’accento tonico cade sempre sulla penultima vocale grafica.
11. Le parole composte si formano combinando radici.
12. È ammesso solo un negativo per frase (non ci sono doppi negativi) .
13. Il moto a luogo si forma con l’accusativo delle parole.
14. Ogni preposizione ha un significato preciso e costante.
15. Le parole di origine straniera acquisiscono l’ortografia dell’ esperanto.
16. Si possono tralasciare per eufonia le vocali finali di sostantivi e
articolo.
(Da Nova Sento in rete n. 369).
[addsig]
Le sedici regole dell’Esperanto.
1. L’articolo indefinito non esiste; esiste solo l’articolo determinativo invariabile la per tutti i generi, casi e numeri.
2. Il sostantivo è caratterizzato dalla finale in -o (plurale in -Oj).
Esistono solo il caso nominativo e quello accusativo (gli altri si
formano con le preposizioni)
3. L’aggettivo termina in -a.
4. I numerali sono indeclinabili.
5. I pronomi sono: mi, vi, lt; sz; gi, ni, vi, ili (io, tu, lui, lei, esso,
noi, voi, loro).
6. Il verbo non si modifica secondo persone o numeri. Vi sono de-
sinenze fisse per il presente, il passato e il futuro dell’indicativo,
per il condizionale ecc.
7. Gli avverbi derivati terminano in -e.
8. Tutte le preposizioni reggono il caso nominativo.
9. Ogni parola si pronuncia come è scritta.
10. L’accento tonico cade sempre sulla penultima vocale grafica.
11. Le parole composte si formano combinando radici.
12. È ammesso solo un negativo per frase (non ci sono doppi negativi) .
13. Il moto a luogo si forma con l’accusativo delle parole.
14. Ogni preposizione ha un significato preciso e costante.
15. Le parole di origine straniera acquisiscono l’ortografia dell’ esperanto.
16. Si possono tralasciare per eufonia le vocali finali di sostantivi e
articolo.
(Da Nova Sento in rete n. 369).
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Le sedici regole dell’Esperanto.
1. L’articolo indefinito non esiste; esiste solo l’articolo determinativo invariabile la per tutti i generi, casi e numeri.
2. Il sostantivo è caratterizzato dalla finale in -o (plurale in -Oj).
Esistono solo il caso nominativo e quello accusativo (gli altri si
formano con le preposizioni)
3. L’aggettivo termina in -a.
4. I numerali sono indeclinabili.
5. I pronomi sono: mi, vi, lt; sz; gi, ni, vi, ili (io, tu, lui, lei, esso,
noi, voi, loro).
6. Il verbo non si modifica secondo persone o numeri. Vi sono de-
sinenze fisse per il presente, il passato e il futuro dell’indicativo,
per il condizionale ecc.
7. Gli avverbi derivati terminano in -e.
8. Tutte le preposizioni reggono il caso nominativo.
9. Ogni parola si pronuncia come è scritta.
10. L’accento tonico cade sempre sulla penultima vocale grafica.
11. Le parole composte si formano combinando radici.
12. È ammesso solo un negativo per frase (non ci sono doppi negativi) .
13. Il moto a luogo si forma con l’accusativo delle parole.
14. Ogni preposizione ha un significato preciso e costante.
15. Le parole di origine straniera acquisiscono l’ortografia dell’ esperanto.
16. Si possono tralasciare per eufonia le vocali finali di sostantivi e
articolo.
(Da Nova Sento in rete n. 369).
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