L’EUROPA INTERA PARLERÀ SOLO INGLESE?

5,00

Indice del libro
Prefazione e sintesi generale

  1. Due relazioni di François Grin ispirate a un multilinguismo «non scientifico»
    Una maori che parla d’altro
  2. L’argomento decisivo contro il multilinguismo

III. Un multilinguista impenitente: Claude Hagège

  1. Rassegna bibliografica

Appendice I. «Orecchi da mercante»: Il logo dell’Unione europea e l’ipocrisia «plurilinguistica» di questa»

Appendice II. Ancora sull’esperantismo «utopistico»: la «politica del rosolio» o «del lampione»

Breve sintesi finale

Categoria:

Descrizione

L’EUROPA INTERA PARLERÀ SOLO INGLESE?
Di Andrea Chiti-Batelli è un saggio del 2007 di 86 pagine.

L’argomento di più idiomi paritari che, coesistendo, allargherebbero gli orizzonti culturali di tutti senza nuocere a nessuno non trova alcun appoggio nelle circostanze presenti. Chi dice multilinguismo dice inglese.
(Arrigo Castellani, Prefazione al volume, a cura di Andrea Chiti-Batelli, La comunicazione internazionale tra politica e glottodidattica, Milano, Marzorati, 1987).
Principiis obsta: sero medicina paratur quum mala per longas convaluere moras.
(Opponiti agli inizi di   una malattia; la cura ha luogo troppo tardi, quando i lunghi indugi hanno dato vigore al male)
(Ovidio, Remedia amoris, vv 91-92; motto adottato dalla scuola di medicina di Salerno, fondata da Federico II)
Non è necessario sperare per intraprendere, né aver successo per perseverare.
(Guglielmo d’Orange, detto il taciturno)

Questo saggio è dedicato, e unicamente dedicato:

  1. A discutere il problema di una lingua franca europea (e se possibile mondiale) che serva alla comunicazione fra persone e gruppi che non conoscano la rispettiva lingua.
  2. Soprattutto a sostenere che questa lingua sia unica, e quindi a combattere la tesi che le lingue franche debbano esser più d’una, e tanto meno tre.
  3. Se è vero che allo stato questa lingua non può esser se non l’inglese, è altrettanto vero che tale lingua – come ogni altra lingua viva – non potrà avere, come già oggi avviene, se non un effetto, sulle altre lingue, insieme glottofagico ed etnolitico (cioè distruttore non solo degli altri idiomi, ma anche delle culture di cui essi sono portatori).
  4. E che pertanto, non appena le condizioni politiche lo consentissero, sarebbe opportuno che tale lingua fosse una lingua pianificata e non materna per nessuno, come l’Esperanto, la sola che eviterebbe quei pericoli e quei rischi.

 

0:00
0:00