Europa e oltre

Dopo lo schiaffo sull’Ema, Milano si consola con il tribunale dei brevetti europei

Un’altra agenzia europea – ancora non nata ma già accasata - potrebbe traslocare da Londra a Milano.

Un’altra agenzia europea – ancora non nata ma già accasata – potrebbe traslocare da Londra a Milano. Dopo aver sfiorato la vittoria sull’Ema, che ha mostrato un sistema Italia oggettivamente molto forte («su questo stiamo una superpotenza, è stata solo sfortuna sfacciata», ha detto Gentiloni), si apre un’altra possibilità, sempre a causa di Brexit: è la sezione specializzata del Tribunale Unificato dei Brevetti (Tub) che dovrebbe nascere appunto nella capitale britannica. Ora il dossier entra nel negoziato di uscita del Regno Unito dalla Ue e l’Italia mette sul tavolo la propria richiesta, forte anche del consenso raccolto sull’agenzia dei farmaci.
«L’Italia ha i titoli per aspirare a questo obiettivo, assieme a Germania, Francia e Paesi Bassi siamo il paese europeo che brevetta di più» ha dichiarato il sottosegretario alle politiche europee, Sandro Gozi, che ha partecipato assieme al premier Paolo Gentiloni al consiglio europeo di fine semestre.

Quello del Tribunale dei brevetti è un sistema complesso a cui non tutti i paesi Ue aderiscono, e infatti è ancora in forse il suo inserimento nel negoziato Brexit (sarà oggetto del negoziato anche lo status, se prevarrà cioè la costituency Ue o quella di accordo internazionale), ma ad ogni modo l’Italia ha già fatto dei passi. Al Consiglio Competitività del 30 novembre scorso Gozi ha comunicato ai colleghi europei che l’Italia ha completato tutti gli atti di competenza nazionale relativi al Tub e che è praticamente pronta a partire la divisione locale italiana, che sarà a Milano, quindi vicina al mondo imprenditoriale più forte del paese, per l’avvio delle attività del nuovo sistema brevettuale. È stata individuata una sede di 850 mq, in Via Barnaba 50. «Per dimensioni e caratteristiche strutturali, questa sede risulterebbe adeguata anche nell’ipotesi di assegnazione di una sezione specializzata della divisione centrale del Tub» sottolinea Gozi, che ricorda come la task force interministeriale è al lavoro per individuare il personale amministrativo che dovrà essere distaccato alla sede milanese.

Questo per la divisione locale: le sedi generali – che ancora devono nascere concretamente ma sono state definite – sono tre: Parigi che è quella centrale, e due sedi specializzate: Londra (metallurgia, life sciences e chimica farmaceutica) e Monaco di Baviera. «Grazie alla candidatura di Milano a sede della divisione locale, le imprese avranno la garanzia di processi in lingua italiana e il capoluogo lombardo rafforzerà la propria vocazione industriale e l’indotto di servizi avanzati» ha aggiunto Gozi, che porta avanti un progetto sul quale c’è il pieno appoggio del governo sull’attrazione a Milano della nascitura sede londinese: non c’è una data fissata, e la decisione sarà entro il 2019, ma certamente «non avverà con la monetina».

Sui tempi di partenza della sede italiana, dipendono dall’avvio della fase transitoria, legata alla ratifica di Uk e Germania, che potrebbero decidere entro il primo trimestre 2018.

Carlo Marroni e Beda Romano | Il Sole 24 Ore |18 dicembre 2017

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