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📣L’Agenzia Ue per i Diritti fondamentali nega i diritti umani agli eurocittadini e opera da Agenzia neocolonialista anglosassone
Dichiarazione di Kadmo Pagano,
giornalista e conduttore della rubrica di geopolitica e cultura Translimen a Radio Radicale; Segretario dell’ERA, ONG dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) e dell’ECOSOC delle Nazioni Unite.
Si è concluso il sondaggio della FRA e della Commissione europea, sui Diritti umani in Europa e, in particolare, sull’esistenza/superamento di barriere linguistiche e culturali in ciascun Stato membro.
Ebbene, incredibilmente, tale sondaggio non era in alcuna delle lingue degli Stati membri: in nessuna di ciascuna lingua ufficiale comunicata al Consiglio dell’Unione europea dai vari Stati membri. Là dove avrebbe dovuto essere in tutte le 23 lingue comunicate all’Ue da ciascuna nazione.
“Non è accettabile – ha dichiarato Giorgio Kadmo Pagano a Radio Radicale – che il FRA e la Commissione facciano un Sondaggio sui Diritti umani linguistici e culturali nei Paesi membri, là dove proprio loro esercitano tale grossolana discriminazione verso tutti 445 milioni di eurocittadini chiedendo informazioni in una lingua ufficiale illegale nell’UE dal 2016, che nessun Stato membro ha ufficializzato come propria dopo l’uscita del Regno Unito.
Che l’inglese divenisse lingua illegale nell’UE, dopo l’uscita del Regno Unito, lo ha denunciato dettagliatamente e pubblicamente in un’apposita Conferenza Stampa al Parlamento europeo il 27 giugno 2016, Danuta Hübner, Presidente del Comitato per gli Affari Costituzionali del Parlamento europeo (AFCO).
Secondo il Trattato dell’Ue i motivi sono semplici:
1) Sono gli Stati membri a comunicare, secondo la loro Costituzione, la propria lingua ufficiale al Consiglio dell’Unione europea, che la ratifica.
2) Gli Stati membri plurilingue possono comunicare una sola lingua ufficiale nelle priorità ad esse assegnate nella loro Costituzione.
Le due ex colonie britanniche presenti nell’Ue hanno come prima lingua, nelle rispettive Costituzioni, l’irlandese e il maltese e, tali lingue, come prescritto dal Trattato, tali Paesi hanno dichiarato come ufficiali al Consiglio dell’Unione europea.
Siamo di fronte quindi a due gravissime inadempienze di ben tre Istituzioni dell’Unione europea:
la prima, di un sondaggio-questionario della FRA e della Commissione in nessuna delle lingue ufficiali dell’UE;
la seconda, del Consiglio dell’Unione europea che, ancora dopo 7 anni dall’uscita del Regno Unito, non ha preso atto che l’inglese non è più lingua ufficiale dell’Ue in quanto non dichiarata, né dichiarabile come tale, da nessun Stato membro”. Ha concluso il Segretario dell’ERA.