L’Italiano (quarta lingua più studiata nel mondo) è fatto ora facciamo gl’Italiani.

Bene l’Italiano, male l’Italia

Il 15 ottobre 2014 è un giorno bifronte, senza scomodare Giano, per l’Italiano. Uno favorevole  (la lingua madre) e l’altro contrario (per la catastrofica crisi economica).Piazza Affari, chiarisce il flash dell’Ansa, chiude la seduta con un tonfo del 4,44%. Il Ftse Mib, sceso a 18.304 punti, si mangia tutti i rialzi della prima parte dell’anno e torna ai minimi da metà dicembre 2013. Il tonfo delle borse europee manda in fumo 276 miliardi di euro di capitalizzazione sui listini del Vecchio Continente, dove l’indice Dj Stoxx 600 ha chiuso in calo del 3,16%. Per Piazza Affari il conto è stato di 19,9 miliardi di euro. Lo spread tra Btp e Bund chiude in deciso rialzo a 166,5 punti dai 146 della chiusura di ieri, dopo che nel corso della seduta ha superato la soglia dei 170 punti.

 

Il rendimento è salito al 2,41% mentre il tasso del Bund resta sui minimi storici allo 0,75%. Sotto forte pressione i Bond greci con il tasso in volo oltre il 7%.Crolla Piazza Affari dopo un timido tentativo di recupero: il Ftse Mib scivola del 4,36% mentre tornano le sospensioni sui bancari. In asta di volatilità Bpm e Banco Popolare, Mps cede il 6,91%.Crolla la borsa di Atene per effetto delle preoccupazioni sul piano del governo greco per uscire dal salvataggio: l’indice Ase cede il 9,3%, il crollo ‘intraday’ più alto degli ultimi sei anni segnala Bloomberg. Contagiate tutte le borse del Vecchio Continente, in profondo rosso. Milano peggiora e cede il 3,06%.Tasso bund a minimo storico sotto 0,80%, spread sfiora 160 Il rendimento del Bund, il titolo decennale tedesco, scivola ancora scendendo allo 0,79%, nuovo minimo storico, sui timori per la ripresa e le attese di interventi da parte della Banca centrale europea. Le tensioni fanno lievitare lo spread Btp-Bund, a 158,5 punti base.Asia rimbalza con calo yen, Tokyo +0,92% E’ il giorno del rimbalzo per le Borse di Asia e Pacifico, dopo tre sedute di fuoco, con Tokyo (+0,92%) che rivede il sole insieme a Sidney (+0,73%). Debole Seul (-0,17%) e Taiwan (-1,29%), bene Hong Kong (+0,57%) e Shanghai (+0,45%), ancora aperte. Il calo dello yen sul dollaro ha favorito i grandi esportatori, mentre i futures su Europa e Wall Street sono in lieve rialzo. Previsti oggi dati sull’inflazione tedesca, sul Pil italiano e sull’attività manifatturiera Usa. Sulla piazza nipponica hanno corso i titoli del comparto auto, dal produttore di pneumatici Bridgestone (+4,33%), spinta da una raccomandazione di JpMorgan, al produttore di trattori Kubota (+2,19%) e Suzuki Motor (+1,25%). Bene Japan Airlines (+6,3%), spinta dal calo del prezzo dei carburanti, che si è adeguato alle quotazioni del greggio. Piatta Toyota (+0,2%), che dovrà richiamare 1,75 milioni di auto nel mondo per problemi ai freni e all’impianto di accensione.

 

Euro stabile a 1.2650 dollari Euro stabile a 1,2650 dollari sulle posizioni segnate ieri dopo la chiusura di Wall Street. Contro lo yen la moneta unica europea passa di mano a 135,80.Oro: in calo a 1.223,95 dollari Oro in calo sui mercati asiatici a 1.223,95 dollari: segna una flessione dello 0,7%.Apertura in deciso calo per Wall Street, col Dow Jones che perde l’1,26% e il Nasdaq l’1,72%. Male anche l’indice S&P500 che cala dell’1,28%. Pesano – spiegano gli osservatori – le preoccupazioni sull’Europa, dal rallentamento della Germania alle tensioni in Ucraina. Vola lo spread i titoli di stato decennali italiani e tedeschi: il differenziale tra Btp e Bund sale sopra i 170 punti base a 171,6, allargando di 25 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano è ora al 2,4%.Crolla nel pomeriggio Piazza Affari (-3,96%) mentre lo spread btp-bund torna sopra 170 punti base. Attualmente sono 12 i titoli sospesi: da Mediobanca a Unicredit, da Finmeccanica a Stm.

 

La divisa russa continua a segnare record dopo record in negativo: oggi, dopo aver toccato i 51,75 rubli per un euro, ha superato per la prima volta il muro dei 52 rubli. Lo riferiscono le agenzie russe.” Ed ancora- Quasi un pensionato su due (43,5% pari a 6,8 milioni di individui) percepisce un reddito inferiore a 1.000 euro mensili. Tra questi il 13,4%, pari a 2,1 milioni di pensionati, è sotto la soglia dei 500 euro, mentre quasi il 70% non raggiunge i 1.500 euro al meseE le notizia provenienti dalla Adn kronos non sono rassicuranti. Anzi…” Dalla produzione di Pecorino Toscano Dop completamente bloccata alla perdita di oltre il 10% dei vigneti Docg a Gavi in Piemonte, fino a decine di migliaia di prosciutti sott’acqua ma anche campi, serre e stalle allagate, raccolti spazzati via, terreni e strade interpoderali franati con danni per decine di milioni di euro. E’ questo il conto provvisorio dei danni stilato dalla Coldiretti sugli effetti delle abbondanti piogge che hanno devastato ampie aree di territorio nel quale è necessario verificare al più presto se esistono le condizioni per dichiarare lo stato di calamità.In provincia di Grosseto – sottolinea la Coldiretti – è critica la situazione, con aziende e cooperative finite sott’acqua. Nel territorio di Manciano, dove si sono registrate due vittime, è a rischio la produzione del Pecorino Toscano Dop, con il Caseificio sociale Manciano, maggior produttore del celebre formaggio a Denominazione di origine, praticamente isolato dall’acqua e impossibilitato ad effettuare la raccolta negli allevamenti, anch’essi colpiti dall’ondata di pioggia e fango.Ma il conto dei danni – rileva Coldiretti – si annuncia salato anche in Piemonte, dove è andato distrutto oltre il 10% dei vigneti Docg delle colline di Gavi. Pesante la situazione pure in Emilia Romagna, dove pioggia e vento hanno colpito soprattutto nelle province di Piacenza e di Parma. Nel Piacentino, si segnalano stalle allagate e raccolta del mais e della soia bloccata, mentre sono a rischio le semine autunnali.Trentamila prosciutti sono finiti sott’acqua nella zona di Corniglio a Parma – evidenzia la Coldiretti – mentre a Calestano si registrano problemi di allagamenti per stalle e capannoni; in Val Taro, le zone con maggiori frane sono Bedonia e Compiano. Nella bassa, in particolare nella zona di Colorno, sono state allagate diverse stalle assieme a campi allagati, coltivazioni distrutte, stalle e stabilimenti agroindustriali inagibili, serre divelte, aziende agricole isolate.In Veneto, colpite in particolare il Padovano, la zona di Este, con alberi divelti e strade interrotte anche a Battaglia Terme e a Maserà lungo la statale. Numerose – informa la Coldiretti – le serre atterrate; degli ortaggi di stagione, in particolare insalate fresche che erano pronte per essere raccolte e vendute, resta ben poco.Ad essere colpite anche alcune aziende agricole già vittime della disastrosa alluvione del 2010, degli allagamenti della scorsa primavera e di molte altre calamità fra Montagnana, Saletto, Carceri, Vighizzolo, Sant’Elena Monselice e Santa Margherita d’Adige, dove sono state scoperchiate serre su una superficie di ben 8.000 metri quadrati. Da quantificare – segnala la Coldiretti – sono i danni alle strutture aziendali e alle colture a pieno campo, come i radicchi, in particolare nella zona di Maserà e Due Carrare.

 

In Liguria, gli effetti delle bombe d’acqua si sentono sull’economia agricola della Riviera con il dimezzamento della produzione di pregiato olio d’oliva extravergine.In Lombardia – afferma la Coldiretti – la situazione è pesante nel Mantovano, soprattutto a causa della tromba d’aria che ha scoperchiato capannoni e fienili nella zona di Ostiglia, ma anche nell’Oltrepo pavese dove si fanno i conti con la bomba d’acqua che ha colpito soprattutto le zone di alta collina tra Varzi e Cecima, con grandine e vento forte, abbattendo numerosi frutteti delle varietà più tardive di mele e pere pronte per essere colte.Un bilancio gravissimo che in molte aziende agricole – sostiene la Coldiretti – ha provocato la perdita dei risultati di un intero anno di lavoro mentre in alcuni casi l’effetto dei danni si protrarrà per anni. Da segnalare – conclude la Coldiretti – le molte iniziative di solidarietà nelle campagne dove si contano frane e strade interrotte che rendono difficile la viabilità e richiedono quindi l’intervento dei trattori.Ma se le cose vadano male per le casse dello Stato, lo spread, il fixing dell’oro, la Borsa, il Pil, altrettanto, non può dirsi per l’Italiano. La lingua madre- “tiene”. Anzi va a gonfie vele. E’ la quarta lingua studiata al mondo, l’ottava più usata su Facebook e ha un bacino potenziale d’interessati di 250 milioni di persone. L’importanza della lingua italiana ha spinto il ministero degli Affari Esteri e della Coooperazione Internazionale, in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, a realizzare una campagna di comunicazione per condividere con i cittadini la sua rilevanza nel mondo, e informarli sulla convocazione, per la prima volta, degli Stati Generali della lingua italiana nel mondo che si svolgeranno a Firenze il 21 e 22 ottobre.”E’ una bella idea puntare sulla lingua italiana attraverso una ricognizione che coinvolge tante istituzioni che si occupano di lingua -dice all’Adnkronos il Presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini- per valorizzare la lingua come risorsa per il sistema italiano, uscire da quel luogo comune secondo il quale l’unica risorsa sia abbandonarlo e ricorrere, ad esempio, all’inglese”. L’italiano, dice ancora Marazzini, “è invece una preziosa risorsa, anche in un orizzonte economico. Io credo che gli Stati Generali, oltre a promuoverla, avranno anche il grande ruolo anche ridare agli italiani una coscienza del valore e della dignità della propria lingua”.”La nostra lingua, fonte Adn kronos, sta dimostrando una grande vitalità, perché sa rinnovarsi e diffondersi -sottolinea Nicoletta Maraschio, che dell’Accademia della Crusca è Presidente Emerito- e poi sa diventare anche la lingua degli altri, lo vediamo attraverso la scuola e con il problema delle nuove minoranze”. Circa però la capacità d’uso effettiva dell’italiano nel nostro paese, “purtroppo vi sono troppe diseguaglianze nelle varie parti d’Italia-osserva Maraschio- o fra le varie generazioni. Quella capacità di comprensione della lingua, di un uso consapevole di essa per ottenere determinate finalità è particolarmente carente”.Un esempio? “C’è ancora gente che ha difficoltà a comprendere gli articoli di fondo dei giornali -dice Maraschio-

 

Non è una novità, ma in un momento in cui le lingue hanno una funzione così importante nella comunicazione è un paradosso che la nostra lingua non sia scritta e parlata in modo adeguato”.E all’estero? Secondo gli ultimi dati forniti dalla Farnesina, l’italiano passa dal quinto al quarto posto tra le lingue più studiate al mondo, con un totale di 687mila studenti stranieri, dislocati in 134 scuole italiane all’estero, 81 istituti di cultura, 176 Università e numerosi enti pubblici e privati. Gli studenti sono sempre meno discendenti degli emigrati italiani, ma sempre più cinesi, arabi e russi. A mettersi sui libri sono persone che vogliono ottenere il permesso di soggiorno, ma anche giovani e meno giovani con la passione per la nostra cultura.In Francia, ad esempio, insiste Adnkronos, “l’italiano è vissuto con molta curiosità -spiega Marina Valensise, direttore dell’Istituto italiano di Cultura di Parigi- Noi qui registriamo da due anni un grosso aumento nelle iscrizioni ai corsi, che vengono impartiti da professori reclutati per concorso, e anche un aumento dei corsi di lingua applicati, che organizziamo nel campo della musica, dell’opera lirica, del teatro, del cinema della storia dell’arte e dell’archeologia e persino della cucina, che attira i più curiosi”. Basta pensare , aggiunge, che “il nostro bilancio è al 70% dovuto ai corsi di lingua”Come mai questo ‘boom’ di interesse per la lingua italiana in Francia? “L’Italia nonostante tutte le sue difficoltà è una grande potenza culturale -osserva Valensise- ma inconsapevole. Attira le persone che amano la cultura, il paesaggio, il bello, il gusto: Parigi è la capitale della cultura, quindi siamo in una posizione privilegiata”. Inoltre, “i francesi da qualche anno hanno iniziato a perdere il loro egocentrismo ed hanno più attenzione verso gli altri paesi e l’Italia è il più vicino per tanti motivi”. Molti sono i fattori che incidono sulla ‘passione’ anche all’estero per la nostra lingua, e non è escluso che la figura di Papa Francesco, con il suo italiano parlato anche in occasioni ufficiali, abbia avuto il suo peso. “Il Papa ha inciso enormemente -ammette Claudio Marazzini- anche se gli italiani non se ne rendono conto. Per esempio, qualunque vaticanista del mondo se vuole ‘entrare’ bene in ciò che dice il Papa un po’ di italiano lo deve masticare. Non solo i prelati, dunque, sono costretti a parlarlo, ma addirittura anche chi lo segue”. La campagna di comunicazione del Ministero per la lingua italiana, che si basa su uno spot tv e su iniziative di vitalizzazione del messaggio attraverso il web, mira a diffondere la consapevolezza della rilevanza della nostra lingua nel mondo e a informare sull’evento di Firenze, con l’obiettivo di indicare le possibili strategie da adottare per la diffusione della lingua.” L’Italia c’è. L’Italiano pure. Mancano gl’Italiani, come sosteneva Massimo D’Azeglio. Oddio, qualche passo è stato fatto ma ancora, c’e n’è di strada da percorrere. Per spezzare le mille contraddizioni, i dualismi; i localismi, gl’individualismi e solismi. Il razzismo e via di seguito. In diverse nazioni del mondo l’Italiano è la seconda o la terza lingua studiata e parlata. Principalmente negli Stati Uniti, negli Stati Uniti Messicani, in Brasile, in Argentina, in Venezuela, in Uruguay, in Australia, in Canada, in Francia, in Germania, in Belgio, in Cile, nel Regno Unito e nei cantoni non italofoni della Svizzera.

 http://www.mnews.it/2014/10/litaliano-quarta-lingua-piu-studiata.html

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