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“Il Libro del Giorno”- Modernità Liquida di Zygmunt Bauman

Modernità Liquida

«Abbandonate ogni speranza di totalità, futura come passata, voi che entrate nel mondo della modernità liquida».

La metafora della liquidità, da quando Bauman l’ha coniata, ha marcato i nostri anni ed è entrata nel linguaggio comune per descrivere la modernità nella quale viviamo. Individualizzata, privatizzata, incerta, flessibile, vulnerabile, nella quale a una libertà senza precedenti fanno da contraltare una gioia ambigua e un desiderio impossibile da saziare.
Modernità liquida è un classico dei nostri giorni e un bestseller in Italia e all’estero.

Al sociologo Zygmunt Bauman si deve la particolare definizione di “modernità liquida”.
Secondo Bauman nella società contemporanea si sono “liquefatti” i legami tra gli individui, legami sociali che tendono a dissiparsi, a disgregarsi e a diventare sempre più effimeri. Bauman pensa che il “processo di liquefazione” si attui in diversi ambiti della vita nella società contemporanea come ad esempio il lavoro, la comunità, l’individuo, come già detto i rapporti sociali, la libertà, le strutture sociali etc.

Ritornando ai legami sociali e personali per Bauman la liquefazione produce un individuo afflitto dalla solitudine, egoista ed egocentrico, che vive in un tempo anche esso liquido, non solido come nelle società premoderne.
Secondo Bauman stiamo vivendo una fase della modernità che cancella la fiducia, la compassione, la pietà e invece si assiste ad un gorgo di smarrimenti e stordimenti dove uomini e donne si scoprono immersi tra il vuoto esterno e lo svuotamento interiore.
Non c’è “gabbia d’acciaio” che possa reggere contro la modernità liquida: essa ci pervade, è invasiva, penetrante e disintegra tutto ciò che tocca.
L’uomo in questa modernità liquida è disorientato e spaesato di fronte alla miriade di messaggi che lo “colpiscono” ogni giorno. L’uomo si ritrova ad essere un “punto instabile” in un “universo di oggetti in movimento”.

Inoltre l’incontro tra le persone nei luoghi pubblici è un incontro fra estranei: secondo Bauman l’incontro di individui in luoghi atti al consumo per esempio è un incontro tra persone che non si conoscono e non si conosceranno certo grazie all’incontro in quel luogo perchè il consumo è un atto individuale. Inoltre egli evidenzia anche il fatto che ci siano dei non-luoghi come gli aereoporti dove il passaggio in questi luoghi non da ai luoghi stessi nessun senso.

Zygmunt Bauman

Zygmunt Bauman (Poznań, 19 novembre 1925) è un sociologo e filosofo polacco di origini ebraiche. Bauman fuggì nella zona di occupazione sovietica dopo che la Polonia fu invasa dalle truppe tedesche nel 1939 all’inizio della seconda guerra mondiale, e successivamente divenuto comunista si arruolò in una unità militare sovietica. Dopo la guerra, egli iniziò a studiare sociologia all’Università di Varsavia, dove insegnavano Stanislaw Ossowsky e Julian Hochfeld. Durante una permanenza alla London School of Economics, preparò la sua maggiore dissertazione sulsocialismo britannico che fu pubblicata nel 1959.

Bauman collaborò con numerose riviste specializzate tra cui la popolare Socjologia na co dzien (“La Sociologia di tutti i giorni”, del 1964), che raggiungeva un pubblico più vasto del circuito accademico. Inizialmente, egli rimase vicino al marxismo-leninismo ufficiale; si avvicinò in seguito ad Antonio Gramsci e Georg Simmel soprattutto dopo il 1956 e la destalinizzazione..

Nel marzo del 1968, la ripresa dell’antisemitismo, utilizzato anche nella lotta politica interna in Polonia, spinse molti ebrei polacchi a emigrare all’estero; tra questi, molti intellettuali distaccatisi dal regime. Bauman, che aveva perso la sua cattedra all’Università di Varsavia, fu uno di questi. Egli dapprima emigrò in Israele per andare a insegnare all’Università di Tel Aviv; successivamente accettò una cattedra di sociologia all’Università di Leeds, dove dal 1971 al 1990 è stato professore. Dal 1971 ha quasi sempre scritto in lingua inglese. Sul finire degli anni ottanta, si è guadagnato una fama internazionale grazie ai suoi studi riguardanti la connessione tra la cultura della modernità e il totalitarismo, in particolar modo sul nazismo e l’Olocausto. Ha assunto anche la nazionalità inglese.

Bauman ha focalizzato le sue ricerche sui temi della stratificazione sociale e del movimento dei lavoratori, prima di elevarsi ad ambiti più generali come la natura della modernità, ecc. Il periodo più prolifico della sua carriera iniziò dopo il ritiro dalla cattedra di Leeds, quando si guadagnò una vasta stima fuori dal circolo dei sociologi del lavoro con un libro sulle connessioni tra l’ideologia della modernità e l’Olocausto. Le sue più recenti pubblicazioni si sono concentrate sul passaggio dalla modernità alla post-modernità, e le questioni etiche relative. Con una espressione divenuta proverbiale Bauman ha paragonato il concetto di modernità e postmodernità rispettivamente allo stato solido e liquido della società.

 

 

 

 

 

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