LANTERNA ROSSA
di Guido Ceronetti
Ricevo la pubblicazione degli Atti di un Convegno che si tenne a Ravenna un anno fa, sotto il segno dell’Accademia degli Incamminati, con una quantità di adesioni e di partecipazioni veramente illustri, presenze dello Stato, eccetera (io, scrittore italiano, scrivo e dico “eccetera”: l’”usurpatore“ “e quant’altro” lo vomito con tutto il cuore). Posso notare questo: il Manifesto agli Italiani in difesa della lingua, stilato dagli “accademici”, non può essere che accademico, come un governo debole non può far altro che atti di debolezza. Contiene verità inoppugnabili, non raccomanda che cose giustissime: gli manca qualcosa di essenziale, la drammatica consapevolezza che l’Italiano è oggi una ragazza stuprata da un branco in una stazione metropolitana tra l’indifferenza, la viltà, l’accordo tacito di non immischiarsi dei viaggiatori in attesa. Tra poco verrà: l’ambulanza, porterà via lo sgradito fagotto della sanguinante che ha chiesto aiuto invano. Il Manifesto degli Incamminati è civilissimo: ma coi bruti non si tratta con un fiore in mano. È di rivolta che abbiamo bisogno, di opposizione violenta alla violenza che l’Italiano patisce. Prendi il Ministero del Welfare e torcigli il collo se non torna a chiamarsi, come richiede la dignità nazionale, del Lavoro; prendi la Devolution e scaraventala giù dal Ponte della Becca; friggi le News delle stornellatrici mediatiche nell’olio bollente fino a carbonizzarle; se vuoi che sia rispettata, pur con scarsi meriti, l’istituzione parlamentare al prossimo passaggio dell’inceneritore facci sparire dentro il question time. Una circolare dove siano impiegati più di due anglismi deve essere rinviata al mittente con l’invito a ripensarla emendata dai termini non italiani: siate comprensibili e vi risponderemo –
altrimenti “in quel posto” !
Le insegne, i titoli, i graffiti sui muri, non c’è più uno spazio senza occupazione di questi alieni onnipotenti, non c’è più una conversazione, una professione, un libro che non siano infettati da questa pestifera anglomania! Alla Stazione Termini il presidio dei bravi volontari che si occupano dei disperati in arrivo e delle pornivendole perseguitate si chiama Help Center: ma perché ? Forse che Centro di Aiuto, Centro di Soccorso non lo capisce il Rumeno, la Polacca, il Pachistano ?
Fra tanto sudiciume che imbratta i muri – perfino tollerato da qualche Comune come libera espressione artistica – si potesse trovare una vernice rossa che berci forte contro un’insegna (Hair dresser, Shopping center, Gloves …) e ingiunga al proprietario di cambiarla ! Sono guerre di Termopili, il Medo passerà, ma crepiamo almeno da uomini, non da insetti o da topi… Facciamo i Quattrocchi della Lingua, morire rivoltandosi, morire disprezzando chi ti assassina. Perché questa è una lingua da Devas che è assassinata lentamente, ogni giorno da sequestratori infami.
(Da La Stampa, 21/6/2004).
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