Europa e Nazioni Unite. E’ il momento di agire.

EUROPA E NAZIONI UNITE E' IL MOMENTO DI AGIRE

di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA

Chi avrebbe detto alla generazione ancora memore del tempo della seconda guerra mondiale, che avrebbe vissuto nel nuovo secolo l'angoscia di una Pasqua di guerra? Abbiamo nostri soldati in Iraq e li abbiamo in cima ai nostri pensieri. come interpretando tutti noi si e espresso il presidente Ciampi. Ma abbiamo anche un nemico invisibile nelle nostre città, dato che questa e una guerra di terroristi contro popolazioni civili. gia con due ecatomb i a New- York l' l1 settembre 2001 e a Madrid l' 1° marzo 2004. Bene ha fatto il presidente del Consiglio a portare ai nostri soldati Nassiriya, con la sua natura espansiva, il calore affettuoso della patria. Ma in una guerra anomala come questa occorre guidare gli eventi, non attenderli e subirli dando soltanto prova di coraggio. Una strategia politica e invocata per uscire dal marasma di uno scontro diffuso e totalizzante, che coinvolge come bersagli popolazioni ed eserciti, inermi e combattenti, civiltà e religioni.Non è molto concludente discutere su chi ha per primo scatenato intenzionalmente o sconsideratamente tanto disordine, o su quali cause maturassero, non tempestivamente avvertite, un'ostilità implacabile del mondo araboislamico contro gli occidentali. E' più produttivo costruire un programma di azione, che unifichi le volontà di governi e di popoli, prima che siano fiaccate sterilmente su molteplici fronti, di guerra in casa, guerra all'estero, guerra convenzionale e guerra civile. Di questa visione e testimonianza la lettera inviata dal presidente Ciampi a Giovanni Paolo II, nella ricorrenza della Pasqua. Ciampi si da carico delle speranze che abbiamo suscitato negli iracheni, di avere un regime di libertà e di democrazia, una volta abbattu-ta la dittatura di Saddam. Questa e infatti l'ultima, accettabile, residua buona ragione della guerra portata da Stati Uniti e loro coalizzati nel territorio iracheno.Se saggezza politica e guardare avanti e non recrimi-nare sugli errori commessi e irrimediabili, allora e con iniziativa e responsabilità di comando e di guida dell'Onu che si potra dare esito positivo ad una impresa forse sbagliata. Chi analizza insufficienze e inadeguatezze delle Nazioni Unite, dimentica che allo stato della legalità internazionale non c'e alternativa all'Onu, se non nella egemonia di uno o più singoli Stati. Il che rischia, nelle circostanze presenti, di aver contro, tutto o quasi, il resto del mondo. Ciampi richiama alla incontestabile necessità di restaurare il dialogo dove e montato l'odio, e loda la coerenza e la determinazione del Papa nel proclamare il messaggio cristiano di conciliazione e solidarietà tra i popoli, per non sprofondare nella guerra e per non isolarsi nel perseguimento di traguardi immediati ed egoistici.L'Europa può, unificandosi costituzionalmente. essere l'attore politico della realizzazione di questo disegno di pace. E negli ideali europeisti sia Ciampi. sia Giovanni Paolo 11, onorato con il premio Carlo Magno. convengono e convergono. Gli europei sono riusciti a godere di un sessantennio di pace, essi che si erano per un millennio e mezzo affrontati in guerre pressoché permanenti. Ebbene, proprio per ciò gli europei possono proiettare sugli scenari del mondo il loro processo di pace, con quella sapienza pragmatica e quella convenzione morale che vengono proprio dal superamento della loro storia, che è stata non a torto definita come quella di una civiltà bellica. Il primo scenario su cui esercitare la potenza pacificatrice dell'Europa è proprio quello del Mediterraneo, su cui sono attive le tre culture attraversate dalle religioni abramitiche, del cristianesimo, dell'ebraismo, dell'islamismo. L'alleanza di queste tre sedi può rovesciare molti degli ostacoli che rendono oggi impervia o preclusa la via d'uscita da una guerra, che ogni giorno di più sembra andare fuori controllo da entrambe le parti in lotta.


IL MESSAGGERO p.1
11/03/04

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