Europa e oltre

Da Covid-19 a Putin-22

Chi ha bisogno di amici con nemici come questi?

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Iperrealtà

Come un’illustrazione da copione di Hollywood, la de-escalation della guerra al Covid è passata senza soluzione di continuità all’escalation della guerra ucraina, con Vladimir Putin che ha sostituito il Virus come nemico pubblico numero uno. Se il passaggio di emergenza era prevedibile, i tempi della sovrapposizione sembravano quasi troppo agevoli per essere credibili. La coreografia creativa dei media corporativi, tuttavia, ha assicurato una rappresentazione unidimensionale della guerra di Putin, aggiungendo anche effetti speciali quando necessario: dai videogiochi come War ThunderArma 3 e Digital Combat Simulator, alle clip di disastri passati. In retrospettiva, il filmato apocalittico di persone che crollano nella città di Wuhan nel gennaio 2020 appare ora decisamente amatoriale.
Quando Jean Baudrillard scrisse che “la guerra del Golfo non ebbe luogo”, intendeva dire che la sua violenza era sovrascritta come uno spettacolo mediatico (simulacro) che la trasformava in iperrealtà: qualcosa di così inequivocabilmente e schiacciantemente reale da sospendere qualsiasi domanda, dubbio o incredulità riguardo all’opacità intrinseca del referente. Il Covid e l’invasione russa sono esplosioni enfatiche di iperrealtà. Come tali, ci cadono addosso come una coperta che copre tutta la realtà nella sua complessità, sostituendola con un modello preconfezionato di false opposizioni binarie: sano/malato, vero/falso, democratico/fascista, Bene/Male. In quale altro modo potremmo spiegare la decisione delle Meta Piattaforme (Facebook e Instagram) di consentire ai loro utenti di invocare la violenza contro i russi (apparentemente una modifica temporanea alla loro politica di incitamento all’odio)? O la sospensione di un corso universitario su Fëdor Dostoevskij perché era russo? O il rifiuto di una clinica privata di curare russi e bielorussi? Non è chiaro che la pandemia e l’affare ucraino mobilitano la stessa strategia di guerra?
Non c’è più alcuna connessione tra la realtà e la sua caricatura iperreale nel metaverso sociale. La guerra di Putin è la continuazione ideale della “guerra al Covid”. L’obiettivo generale è quello di offuscare il vero problema in gioco, che consiste nel drenare montagne di denaro a buon mercato nell’economia dipendente dal debito. Il ciclo di emergenza è l’evento macroeconomico del nostro tempo. Esploriamo ulteriormente questa affermazione.

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