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Il presente corso è un estratto del corso gratuito KIREK della IEJ(Itala Esprantista Janularo). Iscrivetevi, e avrete un Tutor personale a vostra disposizione che vi correggerà gli esercizi e vi chiarirà qualsiasi dubbio, tutto per e-mail!
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per facilitare la distribuzione di questo corso
ovunque in rete, si e' scelto di rappresentare i due segni diacritici
(vale a dire l'accento circonflesso ^, e l'accento circonflesso
rovesciato, non visualizzabile nell'insieme di caratteri standard)
aggiungendo una x immediatamente dopo il carattere. In altre parole,
ogni volta che nel testo incontrerete una delle sequenze
cx
gx
hx
jx
sx
dovrete immaginare di vedere al suo posto, rispettivamente, una c con
sopra un accento circonflesso (^), una g con sopra lo stesso segno,
eccetera. Al posto della combinazione
ux
dovrete immaginare una u con sopra un accento circonflesso capovolto.
Per poter visualizzare e stampare queste lettere speciali col loro
aspetto “vero”, e' necessario installare sul proprio computer un
“font” (cioe' una serie di caratteri) che le comprenda. Se volete
procurarvi (gratuitamente) questi font, chiedete informazioni al
vostro insegnante. Sappiate che esistono altre convenzioni su
internet, ma sono meno usate.
PRIMA LEZIONE
1. UNO SGUARDO PRELIMINARE
2. UN AIUTO PER I PRIMI ESERCIZI
3. EKZERCOJ
1. UNO SGUARDO PRELIMINARE
Tutto cio' che viene scritto qui di seguito verra' ripreso piu'
avanti, quindi non preoccupatevi se non ricordate tutto subito!
Una lingua ruota tutta intorno a cose (sostantivi) e azioni (verbi)
che agiscono su altre cose.
Una cosa… Agisce su… Un'altra cosa
birdo kaptas… insekton.
Un uccello cattura… un insetto.
SOGGETTO (nome) VERBO OGGETTO (nome)
In esperanto la funzione di ogni parola nella frase e' indicata
dalla desinenza (cioe' dalla parte finale) della parola stessa.
Per esempio, tutti i nomi finiscono con la desinenza '-o', alla
quale si aggiunge 'j' per indicare il plurale e 'n' per indicare
l'oggetto:
| SOGGETTO | OGGETTO
———-|——————–|———-
SINGOLARE | -o | -on
———-|——————–|———-
PLURALE | -oj | -ojn
Gli aggettivi funzionano allo stesso modo, ma al posto
della '-o' usano la desinenza '-a':
| SOGGETTO | OGGETTO
———-|——————–|———-
SINGOLARE | -a | -an
———-|——————–|———-
PLURALE | -aj | -ajn
Esempio:
flavAJ birdOJ kaptas nigrAN insektON.
degli uccelli gialli catturano un insetto nero.
Se un nome o un aggettivo fa parte del soggetto (e quindi non ha
la desinenza -N), si puo' dire anche che e' nel caso “nominativo”.
Se invece il nome o l'aggettivo fa parte dell'oggetto (e quindi ha
la desinenza -N), si dice che e' nel caso “accusativo”.
Ora completiamo l'elenco delle desinenze (naturalmente le
spiegheremo tutte nelle lezioni seguenti):
-o sostantivi (con le varianti di cui sopra)
-a aggettivi (con le varianti di cui sopra)
-e avverbi
-i verbi all'infinito
-u verbi al volitivo (imperativo e congiuntivi esortativi)
Vediamo i verbi piu' da vicino. Per mostrare il tempo in cui
un'azione avviene, si attacca alla radice del verbo una delle
seguenti desinenze:
tempo presente -as descrive cosa sta accadendo adesso
tempo passato -is descrive un'azione gia' compiuta
tempo futuro -os descrive un'azione che deve ancora iniziare
condizionale -us descrive un'azione ipotetica
volitivo -u descrive un comando, un desiderio, ecc.
Esempi:
Birdoj kaptis insektojn.
Degli uccelli hanno catturato degli insetti.
Birdoj kaptos insektojn.
Degli uccelli cattureranno degli insetti
Si noti che 'kaptis' in questa frase puo' essere reso anche come
'catturarono'. Torneremo sui verbi in una lezione piu' avanti.
Cio' che importa qui e' che tutti i verbi (compreso il verbo
'essere') seguono queste regole, senza eccezioni.
Ancora un momento sui sostantivi e sugli articoli. In esperanto, i
sostantivi non hanno genere (non esistono desinenze maschili o
femminili, come in italiano o in altre lingue; la differenziazione
tra maschile e femminile viene resa in altro modo).
In esperanto c'e' un'unica parola, “la”, per rendere l'articolo
determinativo (in italiano: “il”, “lo”, “la”, “i”, “gli”, “le”):
la virino = la donna
la birdo = l'uccello
la insektoj = gli insetti
Invece l'articolo indeterminativo (in italiano: “un”, “uno”, “una”)
in esperanto non si esprime, lo si sottintende:
birdo = un uccello
virinoj = delle donne, oppure le donne in generale
Quindi distinguiamo:
Birdoj kaptas insektojn.
da
La birdo kaptis la insekton.
Nel primo caso, sono uccelli e insetti del tutto ipotetici. E'
un'affermazione di valore generale. Nel secondo caso, sono gia'
noti al parlante e all'ascoltatore (per fare un esempio, due ragazzi
sono rimasti a guardare come quell'uccello finalmente ha catturato
l'insetto a cui dava la caccia).
Abbiamo visto come si formano le parole (morfologia). Una breve nota
sintattica, ora. In esperanto l'ordine delle parole conta molto meno
che in italiano. Per esempio, le frasi seguenti descrivono tutte la
medesima azione (viene data solo un'enfasi differente):
Viro legas libron. Viro libron legas.
Libron legas viro. Libron viro legas.
Legas viro libron. Legas libron viro.
Un uomo legge un libro.
Proviamo a cambiare l'ordine della stessa frase in italiano e vediamo
quanto nella nostra lingua l'ordine delle parole sia rigido:
Un uomo legge un libro. *Un uomo un libro legge.
Un libro legge un uomo. *Un libro un uomo legge.
*Legge un uomo un libro. *Legge un libro un uomo.
Ben quattro delle combinazioni sono sgrammaticate (quelle indicate con
l'asterisco), mentre le due combinazioni corrette grammaticamente hanno
significati profondamente diversi. Inoltre la seconda combinazione,
pur corretta grammaticalmente, e' assurda.
Qui di seguito presentiamo alcune parole in esperanto, ciascuna con
la sua radice e la sua desinenza principale: per esempio la parola
“forgesi” (“dimenticare”) e' formata dalla radice “forges-” e dalla
desinenza “-i” (verbo all'infinito).
Negli esempi mettiamo un trattino per separare la radice dalla
desinenza (“forges-i”), ma normalmente in esperanto le si scrive
unite (“forgesi”).
Si noti come la maggior parte delle radici assomigli a parole
italiane, ma non mancano radici di provenienza germanica e slava.
Radici nominali Radici verbali Radici aggettivali
amik-o (amico) far-i (fare) varm-a (caldo)
fil-o (figlio) forges-i (dimenticare) alt-a (alto)
frat-o (fratello) mangx-i (mangiare) bel-a (bello)
libr-o (libro) trink-i (bere) long-a (lungo)
knab-o (ragazzo) vend-i (vendere) dolcx-a (dolce)
patr-o (padre) vid-i (vedere) san-a (sano)
kaf-o (caffe') venk-i (vincere) ver-a (vero)
Si noti come, partendo da una stessa radice e mettendo varie
desinenze al posto di quella principale, si possano formare
molte parole diverse.
Esempi:
venk-i vincere bel-a bello
venk-o vittoria bel-o bellezza
venk-a vittorioso bel-i essere bello
venk-e vittoriosamente bel-e in maniera bella
Questo meccanismo non sempre e' immediato, dipende dalla radice.
E' pero' importantissimo, perche' permette con poche radici
di esprimere moltissimi significati.
Non preoccupatevi, ci ritorneremo. Costruire parole e' utile per
ordinare i concetti e, perche' no? anche divertente.
In esperanto ad ogni lettera corrisponde un solo suono, sempre.
Le cinque vocali (a, e, i, o, u) e anche la maggior parte delle
consonanti si pronunciano come in italiano. Piu' precisamente,
sono identiche all'italiano: b, d, f, k, l, m, n, p, r, t, v.
Invece bisogna fare attenzione alle seguenti:
C sempre come la 'z' dura in 'marzo'
(biciklo, leciono)
Cx sempre dolce come in 'cena'
(cxelo, cxarma)
G sempre glottidale come in 'gatto'
(globo, granda)
Gx sempre dolce come in 'gelato'
(gxardeno, gxoja)
H sempre pronunciata, come nell'inglese 'hello'
(hotelo, homo)
Hx fortemente pronunciata, come nel tedesco 'Bach' o nello
spagnolo 'Juan'
(cxehxo, ehxo, hxoro)
Jx come la 'j' francese di 'jour' o come la trascrizione
'zh' del russo 'Brezhnev' e 'Zhivago'
(jxazo, jxongli)
S sempre sibilante come in 'rosso'
(somero, serpento)
Sx sempre come 'sc' in 'scena'
(sxanco, sxangxi)
Z come la 's' in 'rosa'
(zigomo, zorgi)
Infine, in esperanto esistono due semiconsonanti:
J si pronuncia come la 'i' italiana in 'paio'
(jogurto, ejo)
Ux come la 'u' italiana in 'Claudio'
(auxto, Auxstralio, Euxropo)
Queste due lettere non si considerano vocali, quindi su di esse non
cade mai l'accento.
L'accento cade sempre sulla penultima sillaba, cioe' sulla penultima
vocale.
Attenzione ai 'falsi omofoni' come:
telefOno (e non *telEfono) rapIda (e non *rApida)
In esperanto non esistono le seguenti lettere: Q, W, X, Y.
*********************************************************************
2. UN AIUTO PER I PRIMI ESERCIZI
Leggete la prima lezione tutta d'un fiato, ma prima di cimentarvi con
gli esercizi qui di seguito, provate le seguenti traduzioni e
controllatele con noi.
Altre radici nominali
lakto (latte)
kuko (torta)
pano (pane)
sukero (zucchero)
teo (te')
kuiri (cucinare)
Abbiamo aggiunto alcune radici e desinenze per aiutarvi.
1. L'amico vendera' (del) latte. ('del' non va tradotto)
lakton.
2. La madre beve (del) caffe' con latte e zucchero.
La patrino -n kun kaj
3. Gli insegnanti hanno dimenticato il te'.
-j -n.
4. I ragazzi cucineranno la torta.
-n.
5. La knabinoj vidos la instruiston. [knabinoj = ragazze]
6. La instruisto vidis la knabinojn.
7. La filoj trinkas teon sen lakto. [sen = senza]
8. La birdoj vidis la insektojn.
9. Tradurre in italiano (-a sta per aggettivo)
fisxo = pesce
fisxa =
9. Tradurre in italiano (-a sta per aggettivo)
cxevalo = cavallo
cxevala =
Dopo esservi cimentati con queste frasi, eseguite gli esercizi della
prima lezione. Se c'e' qualcosa che non avete capito, assicuratevi di
richiederlo al vostro insegnante.
Noi cercheremo di essere solleciti, ma voi siate pazienti, e
soprattutto:
Bonvenon al esperanto (Benvenuti all'esperanto)!
Soluzioni degli esercizi di cui sopra.
1. La amiko vendos lakton.
2. Patrino trinkas kafon kun lakto kaj sukero.
3. La instruistoj forgesis la teon.
4. La knaboj kuiros la kukon.
5. Le ragazze vedranno l'insegnante.
6. L'insegnante ha visto (vide) le ragazze.
7. I figli bevono del te' senza latte.
8. Gli uccelli hanno visto (videro) gli insetti.
9. fisxa = ittico
10. cxevala = equino, equestre, ippico.
********************estrai il testo da qui***************************
3. EKZERCOJ, Leciono Unua (Esercizi, Prima lezione)
Prendetevi il tempo di cui avete bisogno per tradurre le frasi
seguenti in esperanto. Scrivete le vostre risposte nelle righe poste
tra le domande.
Esempi:
Gli uomini hanno-venduto (delle) torte.
La viroj vendis kukojn.
L' uomo ha-venduto una torta.
La viro vendis kukon.
[Nota]
1. Il padre cucina (una) torta.
2. Il ragazzo mangera' la torta.
3. Il figlio ha-dimenticato il latte.
4. I ragazzi bevono te'.
5. L'amico ha-venduto (del) pane.
6. L'insegnante vede (un) ragazzo.
7. Il figlio ha (un) amico.
8. Il fratello ha-fatto (del) pane.
9. I ragazzi mangeranno la torta.
10. Il padre ha-dimenticato lo zucchero.
11. I ragazzi hanno (degli) amici.
12. I figli hanno visto il pane.
13. I frat
elli vendono zucchero.
14. L'insegnante dimentica il ragazzo.
15. L'amico berra' (del) latte.
16. I figli cucinano (delle) torte.
17. Il padre vendera' la torta.
18. L'amico ha-mangiato (del) pane.
19. I ragazzi vedranno gli insegnanti.
20. Gli insegnanti bevono caffe'.
*****************estrai il testo fino a qui**************************
Numeri e colori:
0 nulo
1 unu flava giallo
2 du verda verde
3 tri blua blu
4 kvar blanka bianco
5 kvin nigra nero
6 ses griza grigio
7 sep bruna marrone
8 ok rugxa rosso
9 naux ('gx' come in 'gelato', 'gentile'
10 dek 'z' come in 'rosa')
11 dek unu
…
20 dudek
21 dudek unu
…
30 tridek
31 tridek unu
…
100 cent (pronuncia 'zent' con 'c' come la 'z' di 'marzo')
SECONDA LEZIONE
Rivediamo brevemente le desinenze incontrate finora:
soggetto (nome) azione (verbo) oggetto (nome)
-o -as -on
-is
-oj -os -ojn
Ora diamo un'occhiata a come descrivere le cose: un BUON caffe', un
te' CALDO…
Una parola che descrive un nome, come 'buon' o 'caldo', in
grammatica viene chiamata 'aggettivo'. In esperanto, come abbiamo
gia' accennato, gli aggettivi terminano con la desinenza '-a'.
Come in italiano e in molte altre lingue, la desinenza dell'aggettivo
deve concordare con il nome a cui e' riferito. Se il nome e' plurale,
(desinenza '-j') l'aggettivo andra' anch'esso al plurale. Se il nome
e' all'accusativo (desinenza '-n'), l'aggettivo andra' anch'esso
all'accusativo.
soggetto azione oggetto
bona patro havos bonan filon
un buon padre avra' un buon figlio
bonaj patroj havas bonajn filojn
i padri buoni hanno figli buoni
Attenzione: diversamente dall'italiano, l'aggettivo non dipende
dal genere maschile o femminile:
un bravo ragazzo = bona knabo
una brava ragazza = bona knabino
Vocabolario: in ogni lezione introduciamo circa venti nuove parole;
cercate di impararle e non dimenticate di ripassare le parole della
lezione precedente. Le parole seguenti servono per impratichirsi su
cio' che avete appena imparato.
Vocabolario, seconda lezione:
Aggettivi Nomi Verbi
bela (bello) akvo (acqua) ami (amare)
granda (grande) butiko (negozio) lavi (lavare)
nova (nuovo) limonado (limonata) peti (chiedere per
ottenere)
sana (sano) papero (carta) porti (portare,
indossare)
seka (secco) plumo (penna) renkonti (incontrare)
varma (caldo) taso (tazza) skribi (scrivere)
Gli esercizi di questa lezione sono divisi in tre parti.
********************estrai il testo da qui***************************
Ekzercoj, Leciono Dua (parto unua)
1. (Un) ragazzo sano beve (del) latte caldo.
2. Il negozio nuovo vende (dei) biscotti secchi.
3. L'insegnante ha incontrato i nuovi amici.
4. I buoni amici cucineranno (una) buona torta.
*****************estrai il testo fino a qui**************************
Promemoria:
-a -o -as -an -on
-aj -oj -is -ajn -ojn
-os
Le poche radici che abbiamo imparato finora non ci consentono di
variare molto questi esercizi, ma in esperanto, grazie al sistema
di costruzione delle parole, possiamo crearne molte usando pochi
elementi.
Per esempio, il prefisso “mal-” indica il contrario. Percio' avremo:
bona = buono malbona = cattivo
pura = pulito malpura = sporco
sana = sano malsana = malato
ami = amare malami = odiare
amiko = un amico malamiko = un nemico
Il suffisso “-in-“, invece, indica il femminile:
patro = padre patrino = madre
kato = gatto katino = gatta
viro = uomo virino = donna
knabo = ragazzo knabino = ragazza
Il suffisso “-in-” deriva dal tedesco (Student = studente,
Studentin = studentessa).
I prefissi e suffissi si possono anche attaccare direttamente
a una desinenza, ottenendo, per esempio:
mala = contrario (aggettivo)
malo = il contrario (nome)
male = al contrario (avverbio)
ino = femmina
ina = femminile
“kato” indica un gatto maschio o un gatto di sesso imprecisato;
se vogliamo marcare il fatto che e' un maschio, possiamo usare la
radice “vir-” come un prefisso:
vira = maschile
virkato = un gatto maschio
Per parlare del sesso maschile possiamo anche sfruttare il prefisso
“mal-“:
ino = femmina
malino = maschio (il contrario di femmina)
Attenzione: non e' obbligatorio specificare sempre il sesso.
Per esempio, per dire “Giovanna e' un'insegnante”, possiamo dire
Giovanna estas instruistino
ma anche, semplicemente,
Giovanna estas instruisto.
********************estrai il testo da qui***************************
Ekzercoj, Leciono Dua (parto dua)
5. La ragazza piccola ha incontrato le sorelle brutte.
6. La tazza vecchia ha (della) limonata nuova.
7. La tazza nuova ha (del) latte vecchio.
8. La madre lavera' le tazze piccole.
9. Il ragazzo piccolo ha portato (del) pane nuovo.
10. (Dell')acqua lava (un) ragazzo piccolo.
*****************estrai il testo fino a qui**************************
La parola “ne” corrisponde sia all'italiano “no”, sia all'italiano
“non”:
ne havi = non avere; ne fari = non fare
“Ne” funziona anche come prefisso:
nemulta = non molto
neesperantisto = uno che non parla l'esperanto
Non confondete “ne-” con “mal-“. Per chiarire la differenza, facciamo
un esempio:
utila = utile
neutila = inutile
malutila = dannoso
“mal-” indica il contrario, mentre “ne-” nega soltanto.
Introduciamo ora i pronomi in rapporto ai verbi. Ricordate che il
verbo essere dell'esempio si comporta come tutti gli altri:
Forma generica (infinito) essere esti
Indicativo presente (forma in -as) io sono mi estas
tu sei vi estas
egli e' li estas
ella e' sxi estas
esso e' gxi estas
noi siamo ni estas
voi siete vi estas
essi sono ili estas
si e' (impersonale) oni estas
Per chi sa un po' d'inglese: notare la somiglianza dei pronomi.
sxi si pronuncia “sci” (inglese: she)
gxi si pronuncia “gi”
vi e' sia singolare che plurale (inglese: you)
In esperanto non si da' del lei, si da' del tu. Se si vuole portare
rispetto, si chiamano le pe
rsone per cognome, con anteposto
Sinjoro (abbreviato s-ro) = Signore
Sinjorino (abbreviato s-ino) = Signora
Frauxlino (abbreviato f-ino) = Signorina
Ma se preferite, potete anche non usare mai “frauxlino”,
e chiamare “sinjorino” anche le donne non sposate.
Un'altra notazione. Nonostante non finiscano in -o, anche i pronomi
personali, quando sono all'accusativo, prendono la solita “-n”:
La patrino lavas la knabon. Sxi lavas lin.
La madre lava il ragazzo. Lei lo lava.
Ora che abbiamo imparato i pronomi personali:
mi vi li sxi gxi ni vi ili oni
io tu egli ella esso noi voi essi si
possiamo formare gli aggettivi possessivi:
mia mio, mia
via tuo, tua
lia suo, sua (di lui)
sxia suo, sua (di lei)
gxia suo, sua (di un oggetto inanimato)
nia nostro, nostra
via vostro, vostra
ilia loro
onia di qualcuno (esistono anche altri modi per esprimerlo)
Sono aggettivi perche' modificano, aggiungono informazioni
al nome a cui sono attaccati.
Mia plumo = la mia penna.
Si noti che, come in inglese, se c'e' un aggettivo possessivo
non si deve mettere l'articolo: “la mia penna” si dice
“mia plumo”, non “la mia plumo”.
Per il resto, i possessivi seguono le stesse regole degli
altri aggettivi:
Mia amiko amas mian fratinon.
Miaj amikoj amas miajn fratinojn.
********************estrai il testo da qui***************************
Ekzercoj, Leciono Dua (parto tria)
11. Ho dimenticato (la) mia penna.
12. Non abbiamo carta.
13. Mia figlia ha chiesto (del) latte caldo.
14. (Il) suo (di lei) vecchio amico non ha scritto.
15. Incontrerai (i) loro vecchi amici.
16. Lei avra' (dell')acqua calda.
17. (Il) tuo nuovo insegnante ha dimenticato (il) tuo zucchero.
18. I ragazzi odiano (il) nostro nuovo insegnante.
19. Essi vendono te' e (= kaj) caffe'.
20. Venderemo (la) torta di lei e (le) penne di lui.
*****************estrai il testo fino a qui**************************
Non dimenticare di aggiungere al testo estratto e completato il tuo
nome e il tuo indirizzo di posta elettronica. Spedisci questi
esercizi all'indirizzo del tuo insegnante indicato nella lettera di
benvenuto. Indica come soggetto: 'CGE ekz 2'.
LA CURIOSITA'
Molti si stupiscono della scelta degli accenti circonflessi ^ su
alcune lettere. Quando Zamenhof scriveva, la lingua internazionale
era il francese e percio' le tastiere delle macchine da scrivere
avevano, appunto, gli accenti circonflessi. Nessuno avrebbe pensato
che in meno di cento anni si sarebbe imposto l'inglese. Chissa' fra
cent'anni cosa accadra'!
In esperanto gli accenti circonflessi vengono chiamati “cappellini”
(cxapeletoj). Prima della rivoluzione informatica, sui giornali
ciclostilati, venivano messi a mano, uno ad uno.
TERZA LEZIONE
La seconda lezione e' stata intensa. Mettiamo un po' d'ordine a
quanto appreso:
soggetto azione oggetto
-o -as -on
-oj -is -ojn
-os
Esempi:
Mia patrino lavas mian fraton
Niaj fratinoj vidis viajn instruistinojn
L'ordine “soggetto – verbo – oggetto” e' quello piu' usato, ma non
e' obbligatorio: potete cambiarlo per sottolineare maggiormente un
elemento, e il significato della frase restera' chiaro perche' il
ruolo di ogni parola (nome, aggettivo, avverbio…) e' sempre
indicato dalle varie desinenze.
Vediamo un paio di esempi con diverso ordine delle parole e
rispondiamo ad un paio di domande (ricorda di fare attenzione alla
finale di parola).
********************estrai il testo da qui***************************
Ekzercoj, Leciono Tria (parto unua)
1. Mian fraton lavis mia patrino.
Chi viene lavato?
Chi ha compiuto l'azione di lavare?
2. Instruistinojn viajn fratinoj niaj vidis.
Chi e' che ha visto?
Chi e' stato visto?
*****************estrai il testo fino a qui**************************
Andiamo avanti, ora. Ecco le parole nuove della terza lezione.
Vocaboli, lezione tre
Nomi Verbi (all'infinito) Aggettivi
horo (un'ora) atendi (attendere) blanka (bianco)
jaro (un anno) fumi (fumare) blua (blu)
mateno (un mattino) kuri (correre) bruna (marrone)
minuto (un minuto) sati (essere sazio) flava (giallo)
nokto (una notte) promeni (passeggiare) griza (grigio)
semajno (una settimana) respondi (rispondere) nigra (nero)
tago (un giorno) soifi (aver sete) rugxa (rosso)
vespero (una sera) vivi (vivere) verda (verde)
demandi (domandare)
Nota la differenza tra “demandi” (domandare, chiedere per sapere)
e “peti” (chiedere per ottenere qualcosa – vedi “petizione”).
Ricorda anche che la “j” si pronuncia come la “i” in “paio”; cioe'
non costituisce mai una sillaba e non ci cade mai l'accento.
Gli avverbi sono i modificatori dei verbi cosi' come gli aggettivi
lo sono dei nomi. Si usano molto in esperanto, piu' che in italiano,
e precisano le circostanze dell'azione (come, dove, quando essa
avviene).
In esperanto, gli avverbi si ottengono prendendo una radice
(aggettivale, nominale o verbale) e aggiungendo la desinenza “-e”.
Vediamo ancora qualche esempio:
sano = salute
sxi havas bonan sanon = lei ha una buona salute
sana = sano
sxi estas sana = lei e' sana
sani = essere sano
sxi sanas = lei e' sana
sane = in modo sano
sxi sane vivas = lei vive in modo sano
Gli avverbi di solito precedono i verbi, cosi' come gli aggettivi di
solito procedono i nomi che descrivono. Le nostre frasi diventano
sempre piu' ricche di elementi. Tipicamente l'ordine sara':
soggetto avverbio verbo oggetto
-a -o -e -as -an -on
-aj -oj -is -ajn -ojn
-os
Esempio:
La juna instruistino longe riprocxis la maldiligentajn lernantojn
La giovane insegnante rimprovero' a lungo gli allievi negligenti
********************estrai il testo da qui***************************
Ekzercoj, Leciono Tria (parto dua)
3. Mio fratello fara'-una-passeggiata in-mattinata.
4. (L')amico di lui ha risposto con-calore.
5. La penna marrone scrive bene.
6. L'insegnante corre male.
7. Nostro padre fuma di-sera.
8. Lui ama lei.
9. Lui ama (la) sorella di lei.
10. Lei ama lui.
*****************estrai il testo fino a qui**************************
I numeri cardinali (uno, due tre…) in esperanto sono:
nulo 0 dek 10 tridek 30
unu 1 dek unu 11 tride
k unu 31
du 2 dek du 12 tridek du 32
tri 3 dek tri 13 …
kvar 4 dek kvar 14 kvardek 40
kvin 5 … kvindek 50
ses 6 e cosi' via sesdek 60
sep 7 dudek 20 cent 100
ok 8 dudek unu 21 mil 1 000
naux 9 … miliono 1 000 000
In esperanto i numeri cardinali sono invariabili: non prendono
mai il plurale '-j'e l'accusativo 'n'
I numeri ordinali (primo, secondo, terzo…) in esperanto sono
normali aggettivi: si formano con la desinenza '-a' e possono avere
il plurale '-j' e l'accusativo '-n'.
unua primo dudeka ventesimo
dua secondo sepdekunua settantunesimo
tria terzo centa centesimo
Usando la desinenza '-e' degli avverbi, otterremo:
unue (in primo luogo, per primo, per prima cosa)
due
trie
kvare
Usando la desinenza '-o' dei nomi, avremo:
unuo una unita' kvaro un gruppo di quattro
duo una coppia …
trio una tripletta
********************estrai il testo da qui***************************
Ekzercoj, Leciono Tria (parto tria)
11. Il primo uomo ama la seconda donna.
12. La seconda donna odia il primo uomo.
13. Due ragazzi hanno chiesto in-primo-luogo tre biscotti.
14. In-secondo-luogo essi hanno chiesto una limonata.
15. Il negozio ha cucinato del pane nero cattivo.
16. Il negozio cucina male il pane nero.
*****************estrai il testo fino a qui**************************
I verbi intransitivi non fanno passare l'azione da un soggetto ad un
oggetto; invece, sono usati per mostrare lo stato del soggetto. Gli
aggettivi e/o i nomi dopo i verbi intransitivi non costituiscono
un oggetto (e quindi NON hanno la desinenza -N), ma descrivono il
soggetto. Un esempio di verbo intransitivo e' il verbo essere:
Li estas sana. (oppure: li sanas).
Lui e' sano.
Sxi estas instruisto (oppure: instruistino).
Lei e' un'insegnante.
Dire “Sxi estas instruistoN” sarebbe sbagliato!
********************estrai il testo da qui***************************
Ekzercoj, Leciono Tria (parto kvara)
17. Sessanta minuti formano (= sono) un'ora.
18. Ventiquattro ore formano (= sono) un giorno.
19. Sette giorni formano (= sono) una settimana.
20. Il terzo ragazzo e' il mio secondo figlio.
*****************estrai il testo fino a qui**************************
LA CURIOSITA'
Le lingue fonte da cui Zamenhof ha costruito l'esperanto sono: lo
jiddish, lingua-calco ebreo-germanica, la lingua della madre; il
russo, la lingua del padre; il polacco e il tedesco, le lingue della
vita quotidiana; il francese, la lingua internazionale; il latino e
il greco classico, le lingue dei colti; inoltre l'inglese, l'italiano
e lo spagnolo, come conoscenza solo libresca. Da tutte queste lingue
Z. ha preso il meglio e lo ha strutturato in un insieme unitario.
Rispetto a tutti i progetti di lingua pianificata che sono stati
tentati, quello di Z. e' l'unico che non seguisse un rigido criterio
etimologico (di solito prendendo solo radici latine) o criteri
filosofici (come le lingue apriori di Leibniz, Wilkins e di molti
altri eruditi). Per una panoramica approfondita su questo argomento,
si veda, anche in edizione economica:
ECO, La ricerca della lingua perfetta, 1993, Laterza
QUARTA LEZIONE
Diamo ora un'occhiata ai tipi di frase: affermazioni, domande si'/no
e risposte:
Una affermazione: La pano estas blanka.
Il pane e' bianco.
Una domanda: Cxu la pano estas blanka?
Il pane e' bianco?
La risposta (a) Jes, la pano estas bruna.
(b) Ne, la pano ne estas blanka, gxi estas nigra.
Nota: ogni domanda e' basata su un'affermazione; una volta preparata
l'affermazione, anteponiamo il dubitativo “cxu” (letteralm., “forse
che… ?”), e formuliamo la domanda si'/no: “l'affermazione e' vera
o falsa?” Si noti come l'italiano sia piu' sintetico dell'esperanto
– le parole non cambiano – ma come non si capisca, in un testo
scritto, da subito, se la frase e' una domanda. Il punto di domanda
rovesciato spagnolo risolve il problema per i testi scritti, ma
lascia all'intonazione la soluzione nel parlato. L'esperanto (che l'
ha mutuato dal polacco “czy”, ma c'e' anche in latino: loquerisne
latine? alla lettera parli(tu)-domanda latinamente?) hanno un morfema
dedicato apposta a questo. Un esempio per vedere se e' chiaro:
Domanda in italiano: I ragazzi venderanno la torta?
Affermazione sottintesa: (I ragazzi venderanno la torta.)
(La knaboj vendos la kukon.)
Domanda in esperanto: Cxu la knaboj vendos la kukon?
Tutte le domande si'/no funzionano nello stesso modo.
*****************estrai il testo da qui******************************
Ekzercoj, Leciono Kvara (parto unua)
Trasforma le seguenti affermative in domande si'/no:
Mia filo forgesis la teon. ->
Lia patro kuiras panon. ->
La tago estas griza. ->
*****************estrai il testo fino a qui**************************
Nelle prime tre lezioni abbiamo imparato come scrivere semplici frasi
affermative, e ora abbiamo imparato a porre domande si'/no e a
rispondere. Imparati i suoni dell'esperanto, potremo iniziare
conversazioni, nella lezione cinque. (Ricordati di completare gli
esercizi in fondo.)
Ecco l'alfabeto esperanto:
a b c cx d e f g gx h hx i j jx k l m n o p r s sx t u ux v z
Si noti che i nomi delle lettere (a, bi, ci, di) sono in -o come i
sostantivi salvo le cinque vocali:
a, bo, co, cxo, do, e, fo, go, gxo, ho, hxo, i, etc.
Si noti che la “j” e la “ux” sono considerate consonanti: percio' si
pronunceranno jo e uxo.
In italiano le lettere sono 21, in esperanto 28. L'esperanto non ha
le seguenti lettere dell'italiano e dell'inglese: q, w, x, y.
Ci sono inoltre 6 lettere con diacritici (segni aggiuntivi sopra le
lettere):
cx, gx, hx, jx, sx [tutti accenti circonflessi]
ux [segno di breve]
UNA GUIDA PER LA PRONUNCIA
Ricorda, in esperanto: una lettera – un suono. Nessuna eccezione.
L'accento cade SEMPRE sulla penultima (attenzione quindi ai falsi
omofoni con l'italiano).
LE VOCALI
Le cinque vocali non sono un problema per gli italiani. Attenzione
pero' all'accento. Le vocali su cui cade l'accento sono maiuscole.
La colonna di destra esemplifica alcuni falsi omofoni.
a blANka sAna grAnda vArma skandAlo
e bEla plEna vErda pEti numEro
i vIvi Ami trInki fIlo tavOlo
o Ovo dOmo kIo nOva telefOno
u Unu plUmo sUno butIko unIka
LE CONSONANTI
Sono analoghe all'italiano:
b d f j l m n p r
t v
Alcune lettere in italiano hanno due suoni, in esperanto percio'
corrispondono a due lettere distinte:
c si pronuncia 'ts' come in “razzo”: dAnco leciOno bicIklo
cx si pronuncia come in “certo”: cxAmbro sandvIcxo cxokolAdo
g si pronuncia come in “gatto”: sagEto gustUmi geografIo
gx si pronuncia come in “gesto”: mAngxi lOgxi sEgxo
s si pronuncia come in “sole”: sUno lAsi sIdi
sx si pronuncia come in “sciarpa”: sxAti pOsxo sxUo
z si pronuncia come la 's' di “rosa”: rOzo zOrgi nAzo
Non presenti in italiano, ma di facile comprensione:
h si pronuncia come il tedesco “heimat”: hEla hAlti hAlo
hx si pronuncia come il tedesco “Bach”: hxaOso hxOro Ehxo
jx si pronuncia come “abat-jour”: jxurnAlo Ajxo jxalUzo
k si pronuncia come la 'c' di “cocco”: kAra lAkto Akvo
La distinzione tra le due acca e' sempre risultata difficile fuori
dai paesi germanici, percio' nel parlato e' praticamente scomparsa,
mentre nello scritto viene gradualmente sostituita dalla kappa.
Esempio:
arhxaismo –> arkaismo (arcaismo)
Ancora una notarella su j e ux. Il suono “ux” si trova di solito nei
dittonghi 'aux' (esempio: auxtomobilo) o 'eux' (esempio: euxropo).
Il suono “jo” si trova spesso con le altre vocali. Le seguenti
combinazioni sono dittonghi, sono cioe' singole sillabe con piu'
suoni vocalici.:
aj come finale e' aggettivo plurale: mAjo kAj bElaj
oj come finale e' sostantivo plurale: knAboj vojAgxi gxOjo
ej forma un suffisso, che vedremo: plEj mEjlo lernEjo
uj forma un altro suffisso: tUj rubUjo monUjo
aux come finale forma molti connettivi: nAUX Antaux jxAUXdo
eux si trova in molte radici: EuxrOpo neuxtrAla EuxklIdo
Negli esempi appena proposti, abbiamo messo in maiuscole le vocali su
cui cade l'accento. Questo per mostrare la regola dell'accento. D'ora
in avanti tali vocali verranno scritte minuscole come le altre.
Ecco una lista di parole tradotte che riproducono i suoni esperanto,
quelli illustrati sopra e gli altri. Leggetele ad alta voce piu' e
piu' volte e la vostra pronuncia migliorera' sensibilmente.
Italio l'Italia lernejo una scuola
antaux prima majo maggio
acxeti comprare mangxi mangiare
biciklo una bicicletta mejlo un miglio
cxambro una stanza monujo un portafogli
cxokolado il cioccolato neuxtrala neutrale
danci ballare ovo un uovo
domo una casa plej il piu'…
ehxo l'eco plena pieno
Euxropo Europa posxo una tasca
Euxklido Euclide sageto una freccetta
geografio la geografia sandvicxo un sandwich
gustumi assaggiare segxo una sedia
gxojo la gioia suno il sole
hxoro un coro sxati piacere
jahxto yacht sxuo una scarpa
juna giovane (agg.) teatrajxo un'opera teatrale
jxaluzo la gelosia tuj immediatamente
jxauxdo giovedi' vojagxi viaggiare
jxurnalo un quotidiano
kio che cosa
leciono una lezione Il miglior consiglio: fate
libro un libro pratica, pratica e ancora
logxi risiedere, abitare pratica!
*****************estrai il testo da qui******************************
Ekzercoj, Leciono Kvara (parto dua)
(Tradurre senza rispondere; le parole da non tradurre non vengono
segnate piu')
1. Il padre cucina una torta?
2. Il figlio ha dimenticato il latte?
3. Il padre vendera' le torte?
4. Un ragazzo sano beve latte caldo?
5. La figlia mangera' un panino?
6. Il nuovo insegnante ha dimenticato il tuo zucchero?
7. Vendono te' e caffe'?
8. La ragazza assetata ha scritto male?
9. Lui e' sano?
10. Sette giorni sono una settimana?
Rispondete in esperanto; usate frasi intere, non solo jes o ne.
11. Il latte e' bianco?
12. L'acqua e' secca?
13. Il sole e' caldo?
14. Tua madre e' una femmina?
15. Indossi una scarpa vuota?
16. Due e due fa quattro? [Usa estas]
17. L'acqua la mangi?
18. Il caffe' e' blu?
19. Sette giorni formano una settimana?
20. Le torte le bevi?
(Le domande sono un molto stupide, ma le risposte sono facili.)
LA CURIOSITA'
La forma del nostro punto di domanda (?) deriva dalla lettera qu
maiuscola (Q). Il latino non aveva punteggiatura ne' segnava quando
finiva una parola e iniziava la successiva (untestoapparivacosi').
Per indicare una frase come domanda si inizio' a postporre una Q
che stava per “quaestione” che significa appunto “domanda” (la parola
latina e' rimasta nell'inglese “question” mentre l'italiano l'ha
modificata un pochino con “questionare”, che non e' un analogo per
“domandare”). Tale Q con il tempo e' stata stilizzata sempre piu'
fino a diventare il nostro punto di domanda.
In italiano esiste un solo diacritico: il puntino sulla i. Nacque
perche' scrivendo in corsivo l'accostamento “ui” senza il puntino e'
indistinguibile dal “iu”. Nel turco, per esempio, la i e' senza il
puntino, perche' la u ha la dieresi (umlaut).
Questo messaggio è stato modificato da: oltremare, 13 Nov 2005 – 21:56 [addsig]
Il presente corso è un estratto del corso gratuito KIREK della IEJ(Itala Esprantista Janularo). Iscrivetevi, e avrete un Tutor personale a vostra disposizione che vi correggerà gli esercizi e vi chiarirà qualsiasi dubbio, tutto per e-mail!
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iej@esperanto.it http://www.esperanto.it/iej/Nota sull'ortografia:
per facilitare la distribuzione di questo corso
ovunque in rete, si e' scelto di rappresentare i due segni diacritici
(vale a dire l'accento circonflesso ^, e l'accento circonflesso
rovesciato, non visualizzabile nell'insieme di caratteri standard)
aggiungendo una x immediatamente dopo il carattere. In altre parole,
ogni volta che nel testo incontrerete una delle sequenze
cx
gx
hx
jx
sx
dovrete immaginare di vedere al suo posto, rispettivamente, una c con
sopra un accento circonflesso (^), una g con sopra lo stesso segno,
eccetera. Al posto della combinazione
ux
dovrete immaginare una u con sopra un accento circonflesso capovolto.
Per poter visualizzare e stampare queste lettere speciali col loro
aspetto “vero”, e' necessario installare sul proprio computer un
“font” (cioe' una serie di caratteri) che le comprenda. Se volete
procurarvi (gratuitamente) questi font, chiedete informazioni al
vostro insegnante. Sappiate che esistono altre convenzioni su
internet, ma sono meno usate.
PRIMA LEZIONE
1. UNO SGUARDO PRELIMINARE
2. UN AIUTO PER I PRIMI ESERCIZI
3. EKZERCOJ
1. UNO SGUARDO PRELIMINARE
Tutto cio' che viene scritto qui di seguito verra' ripreso piu'
avanti, quindi non preoccupatevi se non ricordate tutto subito!
Una lingua ruota tutta intorno a cose (sostantivi) e azioni (verbi)
che agiscono su altre cose.
Una cosa… Agisce su… Un'altra cosa
birdo kaptas… insekton.
Un uccello cattura… un insetto.
SOGGETTO (nome) VERBO OGGETTO (nome)
In esperanto la funzione di ogni parola nella frase e' indicata
dalla desinenza (cioe' dalla parte finale) della parola stessa.
Per esempio, tutti i nomi finiscono con la desinenza '-o', alla
quale si aggiunge 'j' per indicare il plurale e 'n' per indicare
l'oggetto:
| SOGGETTO | OGGETTO
———-|——————–|———-
SINGOLARE | -o | -on
———-|——————–|———-
PLURALE | -oj | -ojn
Gli aggettivi funzionano allo stesso modo, ma al posto
della '-o' usano la desinenza '-a':
| SOGGETTO | OGGETTO
———-|——————–|———-
SINGOLARE | -a | -an
———-|——————–|———-
PLURALE | -aj | -ajn
Esempio:
flavAJ birdOJ kaptas nigrAN insektON.
degli uccelli gialli catturano un insetto nero.
Se un nome o un aggettivo fa parte del soggetto (e quindi non ha
la desinenza -N), si puo' dire anche che e' nel caso “nominativo”.
Se invece il nome o l'aggettivo fa parte dell'oggetto (e quindi ha
la desinenza -N), si dice che e' nel caso “accusativo”.
Ora completiamo l'elenco delle desinenze (naturalmente le
spiegheremo tutte nelle lezioni seguenti):
-o sostantivi (con le varianti di cui sopra)
-a aggettivi (con le varianti di cui sopra)
-e avverbi
-i verbi all'infinito
-u verbi al volitivo (imperativo e congiuntivi esortativi)
Vediamo i verbi piu' da vicino. Per mostrare il tempo in cui
un'azione avviene, si attacca alla radice del verbo una delle
seguenti desinenze:
tempo presente -as descrive cosa sta accadendo adesso
tempo passato -is descrive un'azione gia' compiuta
tempo futuro -os descrive un'azione che deve ancora iniziare
condizionale -us descrive un'azione ipotetica
volitivo -u descrive un comando, un desiderio, ecc.
Esempi:
Birdoj kaptis insektojn.
Degli uccelli hanno catturato degli insetti.
Birdoj kaptos insektojn.
Degli uccelli cattureranno degli insetti
Si noti che 'kaptis' in questa frase puo' essere reso anche come
'catturarono'. Torneremo sui verbi in una lezione piu' avanti.
Cio' che importa qui e' che tutti i verbi (compreso il verbo
'essere') seguono queste regole, senza eccezioni.
Ancora un momento sui sostantivi e sugli articoli. In esperanto, i
sostantivi non hanno genere (non esistono desinenze maschili o
femminili, come in italiano o in altre lingue; la differenziazione
tra maschile e femminile viene resa in altro modo).
In esperanto c'e' un'unica parola, “la”, per rendere l'articolo
determinativo (in italiano: “il”, “lo”, “la”, “i”, “gli”, “le”):
la virino = la donna
la birdo = l'uccello
la insektoj = gli insetti
Invece l'articolo indeterminativo (in italiano: “un”, “uno”, “una”)
in esperanto non si esprime, lo si sottintende:
birdo = un uccello
virinoj = delle donne, oppure le donne in generale
Quindi distinguiamo:
Birdoj kaptas insektojn.
da
La birdo kaptis la insekton.
Nel primo caso, sono uccelli e insetti del tutto ipotetici. E'
un'affermazione di valore generale. Nel secondo caso, sono gia'
noti al parlante e all'ascoltatore (per fare un esempio, due ragazzi
sono rimasti a guardare come quell'uccello finalmente ha catturato
l'insetto a cui dava la caccia).
Abbiamo visto come si formano le parole (morfologia). Una breve nota
sintattica, ora. In esperanto l'ordine delle parole conta molto meno
che in italiano. Per esempio, le frasi seguenti descrivono tutte la
medesima azione (viene data solo un'enfasi differente):
Viro legas libron. Viro libron legas.
Libron legas viro. Libron viro legas.
Legas viro libron. Legas libron viro.
Un uomo legge un libro.
Proviamo a cambiare l'ordine della stessa frase in italiano e vediamo
quanto nella nostra lingua l'ordine delle parole sia rigido:
Un uomo legge un libro. *Un uomo un libro legge.
Un libro legge un uomo. *Un libro un uomo legge.
*Legge un uomo un libro. *Legge un libro un uomo.
Ben quattro delle combinazioni sono sgrammaticate (quelle indicate con
l'asterisco), mentre le due combinazioni corrette grammaticamente hanno
significati profondamente diversi. Inoltre la seconda combinazione,
pur corretta grammaticalmente, e' assurda.
Qui di seguito presentiamo alcune parole in esperanto, ciascuna con
la sua radice e la sua desinenza principale: per esempio la parola
“forgesi” (“dimenticare”) e' formata dalla radice “forges-” e dalla
desinenza “-i” (verbo all'infinito).
Negli esempi mettiamo un trattino per separare la radice dalla
desinenza (“forges-i”), ma normalmente in esperanto le si scrive
unite (“forgesi”).
Si noti come la maggior parte delle radici assomigli a parole
italiane, ma non mancano radici di provenienza germanica e slava.
Radici nominali Radici verbali Radici aggettivali
amik-o (amico) far-i (fare) varm-a (caldo)
fil-o (figlio) forges-i (dimenticare) alt-a (alto)
frat-o (fratello) mangx-i (mangiare) bel-a (bello)
libr-o (libro) trink-i (bere) long-a (lungo)
knab-o (ragazzo) vend-i (vendere) dolcx-a (dolce)
patr-o (padre) vid-i (vedere) san-a (sano)
kaf-o (caffe') venk-i (vincere) ver-a (vero)
Si noti come, partendo da una stessa radice e mettendo varie
desinenze al posto di quella principale, si possano formare
molte parole diverse.
Esempi:
venk-i vincere bel-a bello
venk-o vittoria bel-o bellezza
venk-a vittorioso bel-i essere bello
venk-e vittoriosamente bel-e in maniera bella
Questo meccanismo non sempre e' immediato, dipende dalla radice.
E' pero' importantissimo, perche' permette con poche radici
di esprimere moltissimi significati.
Non preoccupatevi, ci ritorneremo. Costruire parole e' utile per
ordinare i concetti e, perche' no? anche divertente.
In esperanto ad ogni lettera corrisponde un solo suono, sempre.
Le cinque vocali (a, e, i, o, u) e anche la maggior parte delle
consonanti si pronunciano come in italiano. Piu' precisamente,
sono identiche all'italiano: b, d, f, k, l, m, n, p, r, t, v.
Invece bisogna fare attenzione alle seguenti:
C sempre come la 'z' dura in 'marzo'
(biciklo, leciono)
Cx sempre dolce come in 'cena'
(cxelo, cxarma)
G sempre glottidale come in 'gatto'
(globo, granda)
Gx sempre dolce come in 'gelato'
(gxardeno, gxoja)
H sempre pronunciata, come nell'inglese 'hello'
(hotelo, homo)
Hx fortemente pronunciata, come nel tedesco 'Bach' o nello
spagnolo 'Juan'
(cxehxo, ehxo, hxoro)
Jx come la 'j' francese di 'jour' o come la trascrizione
'zh' del russo 'Brezhnev' e 'Zhivago'
(jxazo, jxongli)
S sempre sibilante come in 'rosso'
(somero, serpento)
Sx sempre come 'sc' in 'scena'
(sxanco, sxangxi)
Z come la 's' in 'rosa'
(zigomo, zorgi)
Infine, in esperanto esistono due semiconsonanti:
J si pronuncia come la 'i' italiana in 'paio'
(jogurto, ejo)
Ux come la 'u' italiana in 'Claudio'
(auxto, Auxstralio, Euxropo)
Queste due lettere non si considerano vocali, quindi su di esse non
cade mai l'accento.
L'accento cade sempre sulla penultima sillaba, cioe' sulla penultima
vocale.
Attenzione ai 'falsi omofoni' come:
telefOno (e non *telEfono) rapIda (e non *rApida)
In esperanto non esistono le seguenti lettere: Q, W, X, Y.
*********************************************************************
2. UN AIUTO PER I PRIMI ESERCIZI
Leggete la prima lezione tutta d'un fiato, ma prima di cimentarvi con
gli esercizi qui di seguito, provate le seguenti traduzioni e
controllatele con noi.
Altre radici nominali
lakto (latte)
kuko (torta)
pano (pane)
sukero (zucchero)
teo (te')
kuiri (cucinare)
Abbiamo aggiunto alcune radici e desinenze per aiutarvi.
1. L'amico vendera' (del) latte. ('del' non va tradotto)
lakton.
2. La madre beve (del) caffe' con latte e zucchero.
La patrino -n kun kaj
3. Gli insegnanti hanno dimenticato il te'.
-j -n.
4. I ragazzi cucineranno la torta.
-n.
5. La knabinoj vidos la instruiston. [knabinoj = ragazze]
6. La instruisto vidis la knabinojn.
7. La filoj trinkas teon sen lakto. [sen = senza]
8. La birdoj vidis la insektojn.
9. Tradurre in italiano (-a sta per aggettivo)
fisxo = pesce
fisxa =
9. Tradurre in italiano (-a sta per aggettivo)
cxevalo = cavallo
cxevala =
Dopo esservi cimentati con queste frasi, eseguite gli esercizi della
prima lezione. Se c'e' qualcosa che non avete capito, assicuratevi di
richiederlo al vostro insegnante.
Noi cercheremo di essere solleciti, ma voi siate pazienti, e
soprattutto:
Bonvenon al esperanto (Benvenuti all'esperanto)!
Soluzioni degli esercizi di cui sopra.
1. La amiko vendos lakton.
2. Patrino trinkas kafon kun lakto kaj sukero.
3. La instruistoj forgesis la teon.
4. La knaboj kuiros la kukon.
5. Le ragazze vedranno l'insegnante.
6. L'insegnante ha visto (vide) le ragazze.
7. I figli bevono del te' senza latte.
8. Gli uccelli hanno visto (videro) gli insetti.
9. fisxa = ittico
10. cxevala = equino, equestre, ippico.
********************estrai il testo da qui***************************
3. EKZERCOJ, Leciono Unua (Esercizi, Prima lezione)
Prendetevi il tempo di cui avete bisogno per tradurre le frasi
seguenti in esperanto. Scrivete le vostre risposte nelle righe poste
tra le domande.
Esempi:
Gli uomini hanno-venduto (delle) torte.
La viroj vendis kukojn.
L' uomo ha-venduto una torta.
La viro vendis kukon.
[Nota]
1. Il padre cucina (una) torta.
2. Il ragazzo mangera' la torta.
3. Il figlio ha-dimenticato il latte.
4. I ragazzi bevono te'.
5. L'amico ha-venduto (del) pane.
6. L'insegnante vede (un) ragazzo.
7. Il figlio ha (un) amico.
8. Il fratello ha-fatto (del) pane.
9. I ragazzi mangeranno la torta.
10. Il padre ha-dimenticato lo zucchero.
11. I ragazzi hanno (degli) amici.
12. I figli hanno visto il pane.
13. I frat
elli vendono zucchero.
14. L'insegnante dimentica il ragazzo.
15. L'amico berra' (del) latte.
16. I figli cucinano (delle) torte.
17. Il padre vendera' la torta.
18. L'amico ha-mangiato (del) pane.
19. I ragazzi vedranno gli insegnanti.
20. Gli insegnanti bevono caffe'.
*****************estrai il testo fino a qui**************************
Numeri e colori:
0 nulo
1 unu flava giallo
2 du verda verde
3 tri blua blu
4 kvar blanka bianco
5 kvin nigra nero
6 ses griza grigio
7 sep bruna marrone
8 ok rugxa rosso
9 naux ('gx' come in 'gelato', 'gentile'
10 dek 'z' come in 'rosa')
11 dek unu
…
20 dudek
21 dudek unu
…
30 tridek
31 tridek unu
…
100 cent (pronuncia 'zent' con 'c' come la 'z' di 'marzo')
SECONDA LEZIONE
Rivediamo brevemente le desinenze incontrate finora:
soggetto (nome) azione (verbo) oggetto (nome)
-o -as -on
-is
-oj -os -ojn
Ora diamo un'occhiata a come descrivere le cose: un BUON caffe', un
te' CALDO…
Una parola che descrive un nome, come 'buon' o 'caldo', in
grammatica viene chiamata 'aggettivo'. In esperanto, come abbiamo
gia' accennato, gli aggettivi terminano con la desinenza '-a'.
Come in italiano e in molte altre lingue, la desinenza dell'aggettivo
deve concordare con il nome a cui e' riferito. Se il nome e' plurale,
(desinenza '-j') l'aggettivo andra' anch'esso al plurale. Se il nome
e' all'accusativo (desinenza '-n'), l'aggettivo andra' anch'esso
all'accusativo.
soggetto azione oggetto
bona patro havos bonan filon
un buon padre avra' un buon figlio
bonaj patroj havas bonajn filojn
i padri buoni hanno figli buoni
Attenzione: diversamente dall'italiano, l'aggettivo non dipende
dal genere maschile o femminile:
un bravo ragazzo = bona knabo
una brava ragazza = bona knabino
Vocabolario: in ogni lezione introduciamo circa venti nuove parole;
cercate di impararle e non dimenticate di ripassare le parole della
lezione precedente. Le parole seguenti servono per impratichirsi su
cio' che avete appena imparato.
Vocabolario, seconda lezione:
Aggettivi Nomi Verbi
bela (bello) akvo (acqua) ami (amare)
granda (grande) butiko (negozio) lavi (lavare)
nova (nuovo) limonado (limonata) peti (chiedere per
ottenere)
sana (sano) papero (carta) porti (portare,
indossare)
seka (secco) plumo (penna) renkonti (incontrare)
varma (caldo) taso (tazza) skribi (scrivere)
Gli esercizi di questa lezione sono divisi in tre parti.
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Ekzercoj, Leciono Dua (parto unua)
1. (Un) ragazzo sano beve (del) latte caldo.
2. Il negozio nuovo vende (dei) biscotti secchi.
3. L'insegnante ha incontrato i nuovi amici.
4. I buoni amici cucineranno (una) buona torta.
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Promemoria:
-a -o -as -an -on
-aj -oj -is -ajn -ojn
-os
Le poche radici che abbiamo imparato finora non ci consentono di
variare molto questi esercizi, ma in esperanto, grazie al sistema
di costruzione delle parole, possiamo crearne molte usando pochi
elementi.
Per esempio, il prefisso “mal-” indica il contrario. Percio' avremo:
bona = buono malbona = cattivo
pura = pulito malpura = sporco
sana = sano malsana = malato
ami = amare malami = odiare
amiko = un amico malamiko = un nemico
Il suffisso “-in-“, invece, indica il femminile:
patro = padre patrino = madre
kato = gatto katino = gatta
viro = uomo virino = donna
knabo = ragazzo knabino = ragazza
Il suffisso “-in-” deriva dal tedesco (Student = studente,
Studentin = studentessa).
I prefissi e suffissi si possono anche attaccare direttamente
a una desinenza, ottenendo, per esempio:
mala = contrario (aggettivo)
malo = il contrario (nome)
male = al contrario (avverbio)
ino = femmina
ina = femminile
“kato” indica un gatto maschio o un gatto di sesso imprecisato;
se vogliamo marcare il fatto che e' un maschio, possiamo usare la
radice “vir-” come un prefisso:
vira = maschile
virkato = un gatto maschio
Per parlare del sesso maschile possiamo anche sfruttare il prefisso
“mal-“:
ino = femmina
malino = maschio (il contrario di femmina)
Attenzione: non e' obbligatorio specificare sempre il sesso.
Per esempio, per dire “Giovanna e' un'insegnante”, possiamo dire
Giovanna estas instruistino
ma anche, semplicemente,
Giovanna estas instruisto.
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Ekzercoj, Leciono Dua (parto dua)
5. La ragazza piccola ha incontrato le sorelle brutte.
6. La tazza vecchia ha (della) limonata nuova.
7. La tazza nuova ha (del) latte vecchio.
8. La madre lavera' le tazze piccole.
9. Il ragazzo piccolo ha portato (del) pane nuovo.
10. (Dell')acqua lava (un) ragazzo piccolo.
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La parola “ne” corrisponde sia all'italiano “no”, sia all'italiano
“non”:
ne havi = non avere; ne fari = non fare
“Ne” funziona anche come prefisso:
nemulta = non molto
neesperantisto = uno che non parla l'esperanto
Non confondete “ne-” con “mal-“. Per chiarire la differenza, facciamo
un esempio:
utila = utile
neutila = inutile
malutila = dannoso
“mal-” indica il contrario, mentre “ne-” nega soltanto.
Introduciamo ora i pronomi in rapporto ai verbi. Ricordate che il
verbo essere dell'esempio si comporta come tutti gli altri:
Forma generica (infinito) essere esti
Indicativo presente (forma in -as) io sono mi estas
tu sei vi estas
egli e' li estas
ella e' sxi estas
esso e' gxi estas
noi siamo ni estas
voi siete vi estas
essi sono ili estas
si e' (impersonale) oni estas
Per chi sa un po' d'inglese: notare la somiglianza dei pronomi.
sxi si pronuncia “sci” (inglese: she)
gxi si pronuncia “gi”
vi e' sia singolare che plurale (inglese: you)
In esperanto non si da' del lei, si da' del tu. Se si vuole portare
rispetto, si chiamano le pe
rsone per cognome, con anteposto
Sinjoro (abbreviato s-ro) = Signore
Sinjorino (abbreviato s-ino) = Signora
Frauxlino (abbreviato f-ino) = Signorina
Ma se preferite, potete anche non usare mai “frauxlino”,
e chiamare “sinjorino” anche le donne non sposate.
Un'altra notazione. Nonostante non finiscano in -o, anche i pronomi
personali, quando sono all'accusativo, prendono la solita “-n”:
La patrino lavas la knabon. Sxi lavas lin.
La madre lava il ragazzo. Lei lo lava.
Ora che abbiamo imparato i pronomi personali:
mi vi li sxi gxi ni vi ili oni
io tu egli ella esso noi voi essi si
possiamo formare gli aggettivi possessivi:
mia mio, mia
via tuo, tua
lia suo, sua (di lui)
sxia suo, sua (di lei)
gxia suo, sua (di un oggetto inanimato)
nia nostro, nostra
via vostro, vostra
ilia loro
onia di qualcuno (esistono anche altri modi per esprimerlo)
Sono aggettivi perche' modificano, aggiungono informazioni
al nome a cui sono attaccati.
Mia plumo = la mia penna.
Si noti che, come in inglese, se c'e' un aggettivo possessivo
non si deve mettere l'articolo: “la mia penna” si dice
“mia plumo”, non “la mia plumo”.
Per il resto, i possessivi seguono le stesse regole degli
altri aggettivi:
Mia amiko amas mian fratinon.
Miaj amikoj amas miajn fratinojn.
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Ekzercoj, Leciono Dua (parto tria)
11. Ho dimenticato (la) mia penna.
12. Non abbiamo carta.
13. Mia figlia ha chiesto (del) latte caldo.
14. (Il) suo (di lei) vecchio amico non ha scritto.
15. Incontrerai (i) loro vecchi amici.
16. Lei avra' (dell')acqua calda.
17. (Il) tuo nuovo insegnante ha dimenticato (il) tuo zucchero.
18. I ragazzi odiano (il) nostro nuovo insegnante.
19. Essi vendono te' e (= kaj) caffe'.
20. Venderemo (la) torta di lei e (le) penne di lui.
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Non dimenticare di aggiungere al testo estratto e completato il tuo
nome e il tuo indirizzo di posta elettronica. Spedisci questi
esercizi all'indirizzo del tuo insegnante indicato nella lettera di
benvenuto. Indica come soggetto: 'CGE ekz 2'.
LA CURIOSITA'
Molti si stupiscono della scelta degli accenti circonflessi ^ su
alcune lettere. Quando Zamenhof scriveva, la lingua internazionale
era il francese e percio' le tastiere delle macchine da scrivere
avevano, appunto, gli accenti circonflessi. Nessuno avrebbe pensato
che in meno di cento anni si sarebbe imposto l'inglese. Chissa' fra
cent'anni cosa accadra'!
In esperanto gli accenti circonflessi vengono chiamati “cappellini”
(cxapeletoj). Prima della rivoluzione informatica, sui giornali
ciclostilati, venivano messi a mano, uno ad uno.
TERZA LEZIONE
La seconda lezione e' stata intensa. Mettiamo un po' d'ordine a
quanto appreso:
soggetto azione oggetto
-o -as -on
-oj -is -ojn
-os
Esempi:
Mia patrino lavas mian fraton
Niaj fratinoj vidis viajn instruistinojn
L'ordine “soggetto – verbo – oggetto” e' quello piu' usato, ma non
e' obbligatorio: potete cambiarlo per sottolineare maggiormente un
elemento, e il significato della frase restera' chiaro perche' il
ruolo di ogni parola (nome, aggettivo, avverbio…) e' sempre
indicato dalle varie desinenze.
Vediamo un paio di esempi con diverso ordine delle parole e
rispondiamo ad un paio di domande (ricorda di fare attenzione alla
finale di parola).
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Ekzercoj, Leciono Tria (parto unua)
1. Mian fraton lavis mia patrino.
Chi viene lavato?
Chi ha compiuto l'azione di lavare?
2. Instruistinojn viajn fratinoj niaj vidis.
Chi e' che ha visto?
Chi e' stato visto?
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Andiamo avanti, ora. Ecco le parole nuove della terza lezione.
Vocaboli, lezione tre
Nomi Verbi (all'infinito) Aggettivi
horo (un'ora) atendi (attendere) blanka (bianco)
jaro (un anno) fumi (fumare) blua (blu)
mateno (un mattino) kuri (correre) bruna (marrone)
minuto (un minuto) sati (essere sazio) flava (giallo)
nokto (una notte) promeni (passeggiare) griza (grigio)
semajno (una settimana) respondi (rispondere) nigra (nero)
tago (un giorno) soifi (aver sete) rugxa (rosso)
vespero (una sera) vivi (vivere) verda (verde)
demandi (domandare)
Nota la differenza tra “demandi” (domandare, chiedere per sapere)
e “peti” (chiedere per ottenere qualcosa – vedi “petizione”).
Ricorda anche che la “j” si pronuncia come la “i” in “paio”; cioe'
non costituisce mai una sillaba e non ci cade mai l'accento.
Gli avverbi sono i modificatori dei verbi cosi' come gli aggettivi
lo sono dei nomi. Si usano molto in esperanto, piu' che in italiano,
e precisano le circostanze dell'azione (come, dove, quando essa
avviene).
In esperanto, gli avverbi si ottengono prendendo una radice
(aggettivale, nominale o verbale) e aggiungendo la desinenza “-e”.
Vediamo ancora qualche esempio:
sano = salute
sxi havas bonan sanon = lei ha una buona salute
sana = sano
sxi estas sana = lei e' sana
sani = essere sano
sxi sanas = lei e' sana
sane = in modo sano
sxi sane vivas = lei vive in modo sano
Gli avverbi di solito precedono i verbi, cosi' come gli aggettivi di
solito procedono i nomi che descrivono. Le nostre frasi diventano
sempre piu' ricche di elementi. Tipicamente l'ordine sara':
soggetto avverbio verbo oggetto
-a -o -e -as -an -on
-aj -oj -is -ajn -ojn
-os
Esempio:
La juna instruistino longe riprocxis la maldiligentajn lernantojn
La giovane insegnante rimprovero' a lungo gli allievi negligenti
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Ekzercoj, Leciono Tria (parto dua)
3. Mio fratello fara'-una-passeggiata in-mattinata.
4. (L')amico di lui ha risposto con-calore.
5. La penna marrone scrive bene.
6. L'insegnante corre male.
7. Nostro padre fuma di-sera.
8. Lui ama lei.
9. Lui ama (la) sorella di lei.
10. Lei ama lui.
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I numeri cardinali (uno, due tre…) in esperanto sono:
nulo 0 dek 10 tridek 30
unu 1 dek unu 11 tride
k unu 31
du 2 dek du 12 tridek du 32
tri 3 dek tri 13 …
kvar 4 dek kvar 14 kvardek 40
kvin 5 … kvindek 50
ses 6 e cosi' via sesdek 60
sep 7 dudek 20 cent 100
ok 8 dudek unu 21 mil 1 000
naux 9 … miliono 1 000 000
In esperanto i numeri cardinali sono invariabili: non prendono
mai il plurale '-j'e l'accusativo 'n'
I numeri ordinali (primo, secondo, terzo…) in esperanto sono
normali aggettivi: si formano con la desinenza '-a' e possono avere
il plurale '-j' e l'accusativo '-n'.
unua primo dudeka ventesimo
dua secondo sepdekunua settantunesimo
tria terzo centa centesimo
Usando la desinenza '-e' degli avverbi, otterremo:
unue (in primo luogo, per primo, per prima cosa)
due
trie
kvare
Usando la desinenza '-o' dei nomi, avremo:
unuo una unita' kvaro un gruppo di quattro
duo una coppia …
trio una tripletta
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Ekzercoj, Leciono Tria (parto tria)
11. Il primo uomo ama la seconda donna.
12. La seconda donna odia il primo uomo.
13. Due ragazzi hanno chiesto in-primo-luogo tre biscotti.
14. In-secondo-luogo essi hanno chiesto una limonata.
15. Il negozio ha cucinato del pane nero cattivo.
16. Il negozio cucina male il pane nero.
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I verbi intransitivi non fanno passare l'azione da un soggetto ad un
oggetto; invece, sono usati per mostrare lo stato del soggetto. Gli
aggettivi e/o i nomi dopo i verbi intransitivi non costituiscono
un oggetto (e quindi NON hanno la desinenza -N), ma descrivono il
soggetto. Un esempio di verbo intransitivo e' il verbo essere:
Li estas sana. (oppure: li sanas).
Lui e' sano.
Sxi estas instruisto (oppure: instruistino).
Lei e' un'insegnante.
Dire “Sxi estas instruistoN” sarebbe sbagliato!
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Ekzercoj, Leciono Tria (parto kvara)
17. Sessanta minuti formano (= sono) un'ora.
18. Ventiquattro ore formano (= sono) un giorno.
19. Sette giorni formano (= sono) una settimana.
20. Il terzo ragazzo e' il mio secondo figlio.
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LA CURIOSITA'
Le lingue fonte da cui Zamenhof ha costruito l'esperanto sono: lo
jiddish, lingua-calco ebreo-germanica, la lingua della madre; il
russo, la lingua del padre; il polacco e il tedesco, le lingue della
vita quotidiana; il francese, la lingua internazionale; il latino e
il greco classico, le lingue dei colti; inoltre l'inglese, l'italiano
e lo spagnolo, come conoscenza solo libresca. Da tutte queste lingue
Z. ha preso il meglio e lo ha strutturato in un insieme unitario.
Rispetto a tutti i progetti di lingua pianificata che sono stati
tentati, quello di Z. e' l'unico che non seguisse un rigido criterio
etimologico (di solito prendendo solo radici latine) o criteri
filosofici (come le lingue apriori di Leibniz, Wilkins e di molti
altri eruditi). Per una panoramica approfondita su questo argomento,
si veda, anche in edizione economica:
ECO, La ricerca della lingua perfetta, 1993, Laterza
QUARTA LEZIONE
Diamo ora un'occhiata ai tipi di frase: affermazioni, domande si'/no
e risposte:
Una affermazione: La pano estas blanka.
Il pane e' bianco.
Una domanda: Cxu la pano estas blanka?
Il pane e' bianco?
La risposta (a) Jes, la pano estas bruna.
(b) Ne, la pano ne estas blanka, gxi estas nigra.
Nota: ogni domanda e' basata su un'affermazione; una volta preparata
l'affermazione, anteponiamo il dubitativo “cxu” (letteralm., “forse
che… ?”), e formuliamo la domanda si'/no: “l'affermazione e' vera
o falsa?” Si noti come l'italiano sia piu' sintetico dell'esperanto
– le parole non cambiano – ma come non si capisca, in un testo
scritto, da subito, se la frase e' una domanda. Il punto di domanda
rovesciato spagnolo risolve il problema per i testi scritti, ma
lascia all'intonazione la soluzione nel parlato. L'esperanto (che l'
ha mutuato dal polacco “czy”, ma c'e' anche in latino: loquerisne
latine? alla lettera parli(tu)-domanda latinamente?) hanno un morfema
dedicato apposta a questo. Un esempio per vedere se e' chiaro:
Domanda in italiano: I ragazzi venderanno la torta?
Affermazione sottintesa: (I ragazzi venderanno la torta.)
(La knaboj vendos la kukon.)
Domanda in esperanto: Cxu la knaboj vendos la kukon?
Tutte le domande si'/no funzionano nello stesso modo.
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Ekzercoj, Leciono Kvara (parto unua)
Trasforma le seguenti affermative in domande si'/no:
Mia filo forgesis la teon. ->
Lia patro kuiras panon. ->
La tago estas griza. ->
*****************estrai il testo fino a qui**************************
Nelle prime tre lezioni abbiamo imparato come scrivere semplici frasi
affermative, e ora abbiamo imparato a porre domande si'/no e a
rispondere. Imparati i suoni dell'esperanto, potremo iniziare
conversazioni, nella lezione cinque. (Ricordati di completare gli
esercizi in fondo.)
Ecco l'alfabeto esperanto:
a b c cx d e f g gx h hx i j jx k l m n o p r s sx t u ux v z
Si noti che i nomi delle lettere (a, bi, ci, di) sono in -o come i
sostantivi salvo le cinque vocali:
a, bo, co, cxo, do, e, fo, go, gxo, ho, hxo, i, etc.
Si noti che la “j” e la “ux” sono considerate consonanti: percio' si
pronunceranno jo e uxo.
In italiano le lettere sono 21, in esperanto 28. L'esperanto non ha
le seguenti lettere dell'italiano e dell'inglese: q, w, x, y.
Ci sono inoltre 6 lettere con diacritici (segni aggiuntivi sopra le
lettere):
cx, gx, hx, jx, sx [tutti accenti circonflessi]
ux [segno di breve]
UNA GUIDA PER LA PRONUNCIA
Ricorda, in esperanto: una lettera – un suono. Nessuna eccezione.
L'accento cade SEMPRE sulla penultima (attenzione quindi ai falsi
omofoni con l'italiano).
LE VOCALI
Le cinque vocali non sono un problema per gli italiani. Attenzione
pero' all'accento. Le vocali su cui cade l'accento sono maiuscole.
La colonna di destra esemplifica alcuni falsi omofoni.
a blANka sAna grAnda vArma skandAlo
e bEla plEna vErda pEti numEro
i vIvi Ami trInki fIlo tavOlo
o Ovo dOmo kIo nOva telefOno
u Unu plUmo sUno butIko unIka
LE CONSONANTI
Sono analoghe all'italiano:
b d f j l m n p r
t v
Alcune lettere in italiano hanno due suoni, in esperanto percio'
corrispondono a due lettere distinte:
c si pronuncia 'ts' come in “razzo”: dAnco leciOno bicIklo
cx si pronuncia come in “certo”: cxAmbro sandvIcxo cxokolAdo
g si pronuncia come in “gatto”: sagEto gustUmi geografIo
gx si pronuncia come in “gesto”: mAngxi lOgxi sEgxo
s si pronuncia come in “sole”: sUno lAsi sIdi
sx si pronuncia come in “sciarpa”: sxAti pOsxo sxUo
z si pronuncia come la 's' di “rosa”: rOzo zOrgi nAzo
Non presenti in italiano, ma di facile comprensione:
h si pronuncia come il tedesco “heimat”: hEla hAlti hAlo
hx si pronuncia come il tedesco “Bach”: hxaOso hxOro Ehxo
jx si pronuncia come “abat-jour”: jxurnAlo Ajxo jxalUzo
k si pronuncia come la 'c' di “cocco”: kAra lAkto Akvo
La distinzione tra le due acca e' sempre risultata difficile fuori
dai paesi germanici, percio' nel parlato e' praticamente scomparsa,
mentre nello scritto viene gradualmente sostituita dalla kappa.
Esempio:
arhxaismo –> arkaismo (arcaismo)
Ancora una notarella su j e ux. Il suono “ux” si trova di solito nei
dittonghi 'aux' (esempio: auxtomobilo) o 'eux' (esempio: euxropo).
Il suono “jo” si trova spesso con le altre vocali. Le seguenti
combinazioni sono dittonghi, sono cioe' singole sillabe con piu'
suoni vocalici.:
aj come finale e' aggettivo plurale: mAjo kAj bElaj
oj come finale e' sostantivo plurale: knAboj vojAgxi gxOjo
ej forma un suffisso, che vedremo: plEj mEjlo lernEjo
uj forma un altro suffisso: tUj rubUjo monUjo
aux come finale forma molti connettivi: nAUX Antaux jxAUXdo
eux si trova in molte radici: EuxrOpo neuxtrAla EuxklIdo
Negli esempi appena proposti, abbiamo messo in maiuscole le vocali su
cui cade l'accento. Questo per mostrare la regola dell'accento. D'ora
in avanti tali vocali verranno scritte minuscole come le altre.
Ecco una lista di parole tradotte che riproducono i suoni esperanto,
quelli illustrati sopra e gli altri. Leggetele ad alta voce piu' e
piu' volte e la vostra pronuncia migliorera' sensibilmente.
Italio l'Italia lernejo una scuola
antaux prima majo maggio
acxeti comprare mangxi mangiare
biciklo una bicicletta mejlo un miglio
cxambro una stanza monujo un portafogli
cxokolado il cioccolato neuxtrala neutrale
danci ballare ovo un uovo
domo una casa plej il piu'…
ehxo l'eco plena pieno
Euxropo Europa posxo una tasca
Euxklido Euclide sageto una freccetta
geografio la geografia sandvicxo un sandwich
gustumi assaggiare segxo una sedia
gxojo la gioia suno il sole
hxoro un coro sxati piacere
jahxto yacht sxuo una scarpa
juna giovane (agg.) teatrajxo un'opera teatrale
jxaluzo la gelosia tuj immediatamente
jxauxdo giovedi' vojagxi viaggiare
jxurnalo un quotidiano
kio che cosa
leciono una lezione Il miglior consiglio: fate
libro un libro pratica, pratica e ancora
logxi risiedere, abitare pratica!
*****************estrai il testo da qui******************************
Ekzercoj, Leciono Kvara (parto dua)
(Tradurre senza rispondere; le parole da non tradurre non vengono
segnate piu')
1. Il padre cucina una torta?
2. Il figlio ha dimenticato il latte?
3. Il padre vendera' le torte?
4. Un ragazzo sano beve latte caldo?
5. La figlia mangera' un panino?
6. Il nuovo insegnante ha dimenticato il tuo zucchero?
7. Vendono te' e caffe'?
8. La ragazza assetata ha scritto male?
9. Lui e' sano?
10. Sette giorni sono una settimana?
Rispondete in esperanto; usate frasi intere, non solo jes o ne.
11. Il latte e' bianco?
12. L'acqua e' secca?
13. Il sole e' caldo?
14. Tua madre e' una femmina?
15. Indossi una scarpa vuota?
16. Due e due fa quattro? [Usa estas]
17. L'acqua la mangi?
18. Il caffe' e' blu?
19. Sette giorni formano una settimana?
20. Le torte le bevi?
(Le domande sono un molto stupide, ma le risposte sono facili.)
LA CURIOSITA'
La forma del nostro punto di domanda (?) deriva dalla lettera qu
maiuscola (Q). Il latino non aveva punteggiatura ne' segnava quando
finiva una parola e iniziava la successiva (untestoapparivacosi').
Per indicare una frase come domanda si inizio' a postporre una Q
che stava per “quaestione” che significa appunto “domanda” (la parola
latina e' rimasta nell'inglese “question” mentre l'italiano l'ha
modificata un pochino con “questionare”, che non e' un analogo per
“domandare”). Tale Q con il tempo e' stata stilizzata sempre piu'
fino a diventare il nostro punto di domanda.
In italiano esiste un solo diacritico: il puntino sulla i. Nacque
perche' scrivendo in corsivo l'accostamento “ui” senza il puntino e'
indistinguibile dal “iu”. Nel turco, per esempio, la i e' senza il
puntino, perche' la u ha la dieresi (umlaut).
Questo messaggio è stato modificato da: oltremare, 13 Nov 2005 – 21:56 [addsig]