Bruxelles

CORRIERE DELLA SERA
28.09.2004
Estratto da pag. 15
BRUXELLES
MaI'Ue incalza sulla carta Onu Bruxelles, non hanno firmato la convenzione di Ginevra, impossibili i controlli UU.' O'TRO 1 ORRISI'O,ADESTE BRUXELLES – Finito l'embargo, la Commissione europea ora chiede alla Libia di sottoscrivere la Convenzione di Ginevra, con i Protocolli aggiuntivi sul «trattamento umanitario» dei «rifugiati». Ieri Dietro Petrucci, portavoce del Commissario alla Giustizia Antonio Vitorino, ha spiegato che «sarebbe tutto più semplice se la Libia firmasse la Convenzione di Ginevra. Questo consentirebbe di fare quello che normalmente accade negli altri Paesi del Nord Africa: cioè l'Onu arriva sul posto e si prende carico dei rifugiati».
E tema «immigrazione» è all'ordine del giorno del prossimo vertice dei 25 ministri della Giustizia e degli Interni, in programma a Scheveningen (L'Afa) giovedì 30 settembre e venerdì 1° ottobre. Il formato «informale» dell'incontro non prevede che siano assunte decisioni ufficiali. Tuttavia si discuterà, oltre che di terrorismo internazionale, anche di clandestini, di «campi» e di altre misure di controllo. C'è grande attesa per quello che dirà il ministro tedesco Otto Schyly, il primo a rilanciare, qualche settimana fa, l'idea di costituire una rete di centri di raccolta sulle coste nordafricane, La proposta è stata poi ripresa e corretta da Rocco Buttiglione, dal primo novembre commissario alla «Giustizia, Libertà e sicurezza». Buttiglione suggerisce di inserire nei centri una sorta di «sportello» in grado di filtrare le richieste di asilo e di trasformare parte della massa di profughi e di disperati in immigrati «legalizzati»,da inviare nei Paesi europei.La realtà, comunque, è sempre più drammatica. I «campi profughi» stanno diventando, innanzitutto, un'emergenza umanitaria. Mancano le cose base; i rifornimenti alimentari scarseggiano. La situazione, secondo Bruxelles, è particolarmente grave proprio in Libia. «Secondo le stime – osserva il portavoce di Vitorino – in quel Paese si stanno ammassando circa due milioni di clandestini, una concentrazione enorme di “rifugiati economici” e di “richiedenti asilo”». Le condizioni di vita, si fa osservare a Bruxelles, «sono molto modeste», ma «gli ispettori dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati non possono visitarli». Sarebbe «tutto più semplice – conclude Petrucci – se la Libia Chi è il «rifugiato»• LA CONVENZIONE La Convenzione di Ginevra sui rifugiati è un documento del 1951: stabilisce chi può essere considerato un rifugiato. Gli Stati che aderiscono devono garantirgli i diritti fondamentali e quelli socio-economici• LO STATUS Secondo l'art. 1 il rifugiato è colui che, perseguitato per motivi di razza, di religione, di nazionalità o per le sue opinioni politiche, si trova fuori dal Paese di cui è cittadino firmasse la Convenzione di Ginevra, consentendo così l'intervento degli operatori coordinati dall'Alto commissario delle Nazioni Unite». I testi della Convenzione furono ratificati dall'Onu nel 1951. I «Protocolli aggiuntivi», che risalgono al 1967, estendono ai rifugiati di tutto il mondo le garanzie di «trattamento umanitario» riservato, fino a quel momento, ai profughi «europei». La Commissione chiede alla Libia di aggiungersi ai 140 Paesi che hanno sottoscritto questi impegni. A quel punto ci sarebbero i presupposti pratici, oltre che giuridici, per prestare assistenza, almeno in prima battuta, alle migliaia di sfollati che, partiti dai Paesi dell'Africa centrale, si stanno ammassando lungo le coste controllate da Tripoli. Da Ginevra, però, Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu, fa notare che «l'adesione della Libia alla Convenzione sui rifugiati costituirebbe un passo avanti, ma da sola non basta. Sarebbe, invece, utile se Tripoli potesse sviluppare un sistema d'asilo efficiente e conforme agli standard internazionali. «La Convenzione di Ginevra – conclude Laura Boldrini – riguarda i rifugiati e non i migranti clandestini. Ormai i flussi sono misti, nella stessa carretta, c'è gente che fugge dalla povertà e gente che fugge da persecuzioni o conflitti armati. Ecco perché è necessario avere sistemi di asilo efficienti che possano compiere un esame approfondito. L'Italia è l'unico Paese della Ue che non ha una legge organica su questo tema».

Giuseppe Sarcina

Questo messaggio è stato modificato da: martina.zeppieri, 28 Set 2004 – 12:14 [addsig]

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