«Il premio Nobel all’Ue ha scatenato molto sarcasmo dei giornali inglesi, rispecchiando il tradizionale distacco britannico nei confronti dell’Europa che, complice la crisi dell’euro, si è acuito negli ultimi due anni, con l’entrata in scena di Cameron.
Mentre il Daily Mail ha definito il premio “una crudele barzelletta” e il Daily Express ha parlato di “premio all’idiozia”, il Times ha ideato un quiz satirico che indica come scopo principale dell’Ue “un terzo tentativo di dominazione europea da parte della Germania, e stavolta ha funzionato». Se il premier inglese è stato l’unico, che io sappia, a non commentare l’assegnazione del Nobel per la pace, l’opinione del governo di Londra, come riportava ieri Franceschini su Repubblica, è svelata inequivocabilmente dal ministro dell’Istruzione Gove che ha detto chiaramente che sono “pronti a lasciare l’Unione”.
Malgrado le lingue ufficiali siano 23 tutti i documenti della Commissione vengono resi pubblici solo in inglese-francese e tedesco ma tutti, davvero tutti, si trovano esclusivamente in inglese.
Di fronte anche a quest’ennesima velenosa presa di posizione anglosassone, sconcerta sempre di più un Ministero dell’istruzione dell’Italia, Paese fondatore dell’Unione, che già dal 1995 ha divulgato uno studio sull’esperanto lingua federale europea, niente abbia fatto e niente continui a fare per porre fine ad un monopolio linguistico anacronistico per qualsiasi democrazia e che, ormai, sta distruggendo anche la lingua italiana, oltre che impedire la nascita nell’uguaglianza e nella libertà degli Stati Uniti d’Europa che solo l’esperanto può garantire».
Dichiarazione di Giorgio Pagano, Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto.