Nella sede #OSCE a Mariupol sono state trovate casse di granate italiane spedite l’11 marzo 2022 da “COVID DIFESA” Via di Centocelle 301 a Roma, provenienti dal Deposito munizioni di Villabona, via aeroporto militare di Pratica di Mare e dirette all’aeroporto polacco di Rzeszów a 100 km dall’Ucraina. Per avere infomazioni utili sul ruolo di tale aeroporo come base logistica USA basta leggere questo articolo de Il Giornale .
Il personale dell’OSCE ha abbandonato lì anche l’archivio, composto da decine di faldoni con tutti i rapporti OSCE sul campo dal 2014, migliaia di crimini di guerra ucraini nei confronti dei russofoni documentati ma che l’OSCE ha poi nascosto nei rapporti ufficiali della missione ucraina.
Nel garage dell’edificio dell’OSCE all’indirizzo Mariupol, Primorsky Boulevard 25, è stato trovato anche un deposito di armi, casse di proiettili di mortaio di fabbricazione italiana. L’etichetta sulle casse del mittente reca persino un numero di cellulare di COVID DIFESA di Centocelle nel quale dalle foto solo du numeri non si leggono perfettamente: +39 3357?074?0.
Per l’organizzazione di monitoraggio, è quantomeno strano fornire armi a una delle parti in conflitto o no?
Ma qual’è il rapporto che l’Italia ha con l’OSCE?
Sin dalla nascita, nel 1975, della CSCE (Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, poi divenuta OSCE dal 1995), l’Italia sostiene il ruolo dell’Organizzazione ai fini del mantenimento della sicurezza nella vastissima regione che si estende “da Vancouver a Vladivostok” [?] e per la promozione del dialogo e della cooperazione tra tutti i Paesi Partecipanti.
L’Italia è oggi tra i maggiori contributori dell’Organizzazione, sia in termini finanziari che di risorse umane.
Il nostro Paese è tra i cinque maggiori contribuenti –con Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Germania – al bilancio ordinario dell’OSCE. Ai contributi ordinari si aggiungono quelli per il pagamento delle integrazioni a carico dell’Italia per i funzionari italiani “seconded” in servizio all’OSCE, i finanziamenti per la partecipazione di osservatori italiani alle Missioni di osservazione elettorale dell’ODIHR e quelli per i progetti extra-bilancio dell’OSCE. Tra questi ultimi, assume particolare rilevanza il contributo dell’Italia al finanziamento della Missione di Monitoraggio Speciale in Ucraina (SMM) dell’OSCE, cui il nostro Paese partecipa con oltre 20 osservatori.
In termini di risorse umane, l’Italia è tra i primi paesi per presenza di funzionari presso l’OSCE e detiene una delle quattro cariche apicali dell’Organizzazione, quella di direttore dell’ODHIR, ricoperta da Matteo Mecacci. Sono inoltre di nazionalità italiana il Capo della Missione OSCE in Albania, Vincenzo Del Monaco e il Direttore dell’Ufficio del Segretario generale OSCE, Luca Fratini. Il connazionale Roberto Montella riveste la carica di Segretario Generale dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE. Il 42% del personale OSCE “seconded” dall’Italia è di sesso femminile, un dato ampiamente superiore alla media degli altri Paesi.